cupo<strong>la</strong>( 52 ), nel<strong>la</strong> quale si programmavano, si autorizzavano o si ratificavano le decisioni più gravi, partico<strong>la</strong>rmente gli omicidi. Fece i nomi sia dei più grandi boss, Michele Greco (detto il papa), Pino Calò (il cassiere del<strong>la</strong> mafia), i cugini Ignazio e Nino Salvo (tito<strong>la</strong>ri delle esattorie in Sicilia), Totò Riina (lo stragista), Bernardo Provenzano (chiamato “ù tratturi”) fino ad arrivare agli affiliati, come Vito Ciancimino (definito “organico” al<strong>la</strong> cosca dei Corleonesi). Raccontò, inoltre, storie personali e criminali di centinaia e centinaia di persone. Li collocò al giusto posto. E così facendo, emersero anche retroscena e modalità dei «delitti eccellenti» di Palermo, dei traffici che avevano rappresentato <strong>la</strong> più grande forma di accumu<strong>la</strong>zione illecita, sino ad arrivare sia pure con molto timore, con tanta circospezione, nel terreno minato dei rapporti fra mafia, politica e istituzioni, il cosiddetto “Terzo Livello”, che però rimarrà solo un aspetto di contorno, poiché Buscetta non lo svelerà mai, dicendo, durante un colloquio a Falcone: “Dottor Falcone, se le dicessi determinate cose, finiremmo tutti e due al manicomio, io in quello criminale, lei in quello civile”. Le dichiarazioni di Don Masino riempirono migliaia e migliaia di pagine di verbali, che Falcone scrisse di suo pugno per paura di una fuga di notizie, poiché, come affermò in seguito, “…Prima di Buscetta noi non avevamo che un’idea superficiale del fenomeno mafioso. Con lui abbiamo cominciato a guardarvi dentro, dandoci una visione globale ed ampia del fenomeno attraverso nuovi linguaggi e nuovi codici”.( 53 ) Dopo Buscetta si innescò un meccanismo simi<strong>la</strong>re, che portò a nuove e inaspettate defezioni sul fronte di Cosa Nostra. Su quell’esempio anche Salvatore Contorno decise di col<strong>la</strong>borare. Ed incontrò Buscetta, che lo incoraggiò nel<strong>la</strong> sangue è imbrattata un’immagine sacra, di solito quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Madonna dell’Annunziata <strong>la</strong> cui ricorrenza cade il 25 marzo. L’immagine è bruciata. Il neofita, cercando di non fare spegnere il fuoco, si passa da una mano all’altra l’immagine che brucia e nel mentre giura di non tradire mai Cosa Nostra meritando in caso di tradimento di bruciare come l’immagine. Il rito di affiliazione è concluso. 52 Organo decisionale formato da tutti i capifamiglia. 53 G. Falcone - M. Padovani: Cose di Cosa Nostra, Rizzoli, Mi<strong>la</strong>no, 1993, pag. 41. 28
decisione: “Cosa Nostra ormai è finita. Totuccio, puoi par<strong>la</strong>re”( 54 ). L’esito delle sue dichiarazioni sarà immediato: da lì a pochi giorni una va<strong>la</strong>nga di mandati di cattura, ben 127, si abbatterà sulle famiglie mafiose. 54 S. Lodato: Venti Anni di Mafia. Con <strong>la</strong> sentenza Andreotti e <strong>la</strong> morte di Tommaso Buscetta, Rizzoli, Mi<strong>la</strong>no, pag. 154. 29
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immaginare crea non pochi problemi
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Con la cattura dei Lo Piccolo, la g
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