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Vito Schifani. La Mafia “confezionò” l’attentato nel<strong>la</strong> maniera più ec<strong>la</strong>tante<br />

possibile sia dal punto di vista materiale, facendo saltare in aria un tratto<br />

dell’autostrada Palermo - Trapani, un’esplosione così forte che furono trovati<br />

brandelli umani a centinaia di metri dal luogo del<strong>la</strong> def<strong>la</strong>grazione, sia da quello<br />

morale, colpendo il magistrato che era stato il simbolo del Maxi-processo.<br />

I giorni che seguirono furono davvero indimenticabili per Palermo e per<br />

l’Italia intera, con una presa di coscienza mai vista prima d’ora. Da subito con una<br />

partecipazione straordinaria ai funerali, centinaia di persone rimasero fuori dal<strong>la</strong><br />

chiesa, sotto una pioggia incessante, ur<strong>la</strong>ndo insulti e risentimenti a tutte le<br />

cariche del<strong>la</strong> Stato.<br />

Ma Palermo non sa ancora che dopo 56 giorni ci sarà un altro gravissimo<br />

attentato. Il 19 luglio <strong>la</strong> Mafia si fa sentire “sempre al<strong>la</strong> sua maniera” con<br />

un’autobomba in via d’Amelio.( 69 )<br />

Nell’esplosione perdono <strong>la</strong> vita il giudice Paolo Borsellino, indicato come<br />

l’erede di Falcone nonché suo fraterno amico e i cinque agenti di scorta Agostino<br />

Cata<strong>la</strong>no, Vincenzo Li Muli, Walter Cusina, C<strong>la</strong>udio Traina ed Emanue<strong>la</strong> Loi;<br />

Cosa Nostra dichiarava guerra aperta allo Stato.<br />

In quell’estate il Governo e le forze politiche, spinti da una fortissima<br />

reazione popo<strong>la</strong>re, adottarono nell’arco di poco tempo tutti i provvedimenti<br />

necessari.<br />

Seguì l’operazione “Vespri siciliani”, l’approvazione di nuove norme per i<br />

col<strong>la</strong>boratori di giustizia con l’introduzione di partico<strong>la</strong>ri benefici penitenziari,<br />

l’invio dei boss detenuti nelle carceri di massima sicurezza e <strong>la</strong> definizione di un<br />

regime carcerario duro, con l’introduzione dell’art. 41 bis nell’ordinamento<br />

penitenziario.<br />

Ciò che accadde dopo le stragi del ’92 cambiò gli scenari ma soprattutto i<br />

destini di molte persone, producendo effetti non poco pesanti sul<strong>la</strong> mafia e<br />

nell’opinione pubblica.<br />

69 Fu posizionata un’auto piena di esplosivo davanti al pa<strong>la</strong>zzo del<strong>la</strong> madre del giudice Borsellino.<br />

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