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fatta, arrivando addirittura a rinnegare il cognome che rappresenta l’identità<br />
familiare vio<strong>la</strong>ta.<br />
La reazione dell’universo femminile familiare al pentimento di due mafiosi,<br />
Emanuele e Pasquale Di Filippo, le cui dichiarazioni hanno portato al<strong>la</strong> cattura di<br />
Leoluca Bagarel<strong>la</strong>, cognato di Totò Riina, mettono in evidenza <strong>la</strong> presenza di un<br />
potere femminile che agisce da stabilizzatore dell’integrità familiare rispetto<br />
all’ambiente esterno di riferimento che è quello mafioso.<br />
Tagliente e spietata è <strong>la</strong> dichiarazione di Agata Di Filippo, sorel<strong>la</strong> dei due<br />
pentiti nonché moglie di Nino Marchese, fratello di Pino, (figlioccio di Totò<br />
Riina), anch’esso pentito. El<strong>la</strong> dichiara: “Voglio soprattutto che si sappia che io,<br />
mia madre e mio padre ci dissociamo totalmente dal<strong>la</strong> decisione presa dai miei<br />
fratelli, anzi, dai miei ex fratelli. Sono infami e traditori Lo ripeto: infami e<br />
traditori. Noi siamo chiusi in casa, non apriamo neanche le serrande per <strong>la</strong><br />
vergogna. Capiteci, per <strong>la</strong> nostra famiglia è una tragedia. Ma l’importante, in un<br />
momento come questo, è restare uniti. Io, mia madre e mio padre.”( 85 )<br />
Ange<strong>la</strong> Marino e Giuseppina Spadaro sono le mogli di due pentiti; entrambe<br />
al<strong>la</strong> notizia del pentimento dei loro uomini reagiscono dettando all’Ansa di Roma<br />
<strong>la</strong> seguente dichiarazione: “Sono venuti due del<strong>la</strong> Dia, ci hanno offerto<br />
protezione, abbiamo rifiutato. Scrivetelo, fatelo sapere. Noi non abbiamo fatto<br />
nul<strong>la</strong> di male, siamo brave persone; non abbiamo niente di cui pentirci.”( 86 )<br />
Inoltre Giuseppina Spadaro, figlia di Tommaso, capo mafia del rione Kalsa<br />
di Palermo, ri<strong>la</strong>scia <strong>la</strong> seguente dichiarazione al cronista del Giornale di Sicilia:<br />
“Meglio morti, meglio se li avessero ammazzati. Invece sono due infami pentiti.<br />
Ai miei figli l’ho già detto: ‘Non avete più un padre, rinnegatelo. Dimenticatevi di<br />
lui.’ Stanotte sono venuti a casa nostra, hanno bussato, ci hanno detto che nel<strong>la</strong><br />
nostra situazione è meglio essere scortati. Ma quale scorta, ho detto io. Io non<br />
voglio scorte, non voglio protezioni. Io non ho nul<strong>la</strong> da temere, nel<strong>la</strong> mia vita non<br />
ho mai fatto niente di male, di cosa dovrei aver paura (...). Quando ho sentito<br />
85 Madeo L.: Donne di Mafia, Mondadori, Mi<strong>la</strong>no, 1994.<br />
86 Madeo L.: Donne di Mafia, Mondadori, Mi<strong>la</strong>no, 1994.<br />
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