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allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea

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Allegato I – Sbocchi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong><br />

CARNI OVICAPRINE<br />

La produzione: scenario internazionale e nazionale<br />

Nel ’98 si è assistito ad una lieve crescita <strong>delle</strong> mandrie ovicaprine dell’UE, settore i cui maggiori<br />

produttori europei sono Gran Bretagna e Spagna e in cui l’Italia si piazza al terz’ultimo posto con<br />

una produzione pari a circa il 7% <strong>di</strong> quella complessiva comunitaria. Anche nel settore ovicaprino si<br />

rileva una situazione <strong>di</strong> deficit della bilancia commerciale italiana vista per il settore bovino seppur<br />

con una lieve tendenza al miglioramento registrata nel ’98. Il 55% del valore <strong>degli</strong> acquisti proviene<br />

da paesi comunitari, Francia e Spagna in testa.<br />

La produzione: scenario regionale<br />

Il comparto ovicaprino conta nelle Marche circa 250.000 capi, in larga parte ovini. Sebbene si<br />

registri una crescita nel numero <strong>di</strong> capi allevati <strong>degli</strong> anni ’70 a oggi, il settore continua a rivestire<br />

un ruolo marginale nella regione, localizzandosi nelle aree interne appenniniche con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

conduzione sostanzialmente tra<strong>di</strong>zionali. Da un punto <strong>di</strong> vista strutturale gli allevamenti presentano<br />

<strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>e piuttosto ridotte e quin<strong>di</strong> anche produzioni lattiere limitate.<br />

La domanda interna ed esterna<br />

A livello nazionale il consumo <strong>di</strong> carni ovine e caprine è rimasto piuttosto costante dal 1980 a oggi,<br />

con un consumo pro capite <strong>di</strong> circa 1,7 kg.<br />

La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasformazione a norma e un maggior controllo <strong>delle</strong> greggi a livello<br />

igienico-sanitario, anche attraverso il sistema identificativo meccanizzato dei capi obbligatorio a<br />

partire dal 2001, sono, insieme al rilancio <strong>di</strong> razze ovine autoctone, quali la Sopravissana, le leve su<br />

cui puntare per adeguare, con opportune politiche <strong>di</strong> marchio, certificazione e tipicità, i prodotti del<br />

comparto alle esigenze della domanda.<br />

CARNI AVICOLE<br />

La produzione: scenario internazionale e nazionale<br />

Il <strong>mercato</strong> avicolo mon<strong>di</strong>ale è contrad<strong>di</strong>stinto da <strong>di</strong>sponibilità sovrabbondanti e da una domanda<br />

debole, dovuta, nel ’98, alla crisi dell’Estremo Oriente e della Russia e dalla riduzione <strong>di</strong> domanda<br />

dalla Cina, ma le stime per il ’99 parlano <strong>di</strong> una ripresa dei consumi, soprattutto negli USA. Nel<br />

comparto avicolo l’Italia, terza <strong>di</strong>etro Francia e Gran Bretagna, detiene circa il 15% dell’offerta<br />

comunitaria complessiva e un saldo commerciale che, alla fine <strong>degli</strong> anni ’90, da negativo è<br />

<strong>di</strong>ventato positivo grazie ad una contestuale <strong>di</strong>minuzione <strong>delle</strong> importazioni e crescita <strong>delle</strong><br />

esportazioni, e ciò malgrado si registri, dalla fine <strong>degli</strong> anni ’90, un calo della produzione <strong>di</strong> polli.<br />

La produzione si concentra nelle regioni del centro nord, in particolare Veneto, Emilia Romagna,<br />

Lombar<strong>di</strong>a e Piemonte rappresentano il 79% <strong>delle</strong> produzione nazionale complessiva.<br />

La produzione: scenario regionale<br />

Il settore avicunicolo nelle Marche ha conosciuto una forte crescita tanto che ha raddoppiato la sua<br />

consistenza in termini <strong>di</strong> numero <strong>di</strong> capi allevati dal 1970 al 1996 e rappresenta oggi il settore<br />

zootecnico più importante tanto in termini <strong>di</strong> UBA , oltre 200.000, che <strong>di</strong> valore della produzione<br />

lorda ven<strong>di</strong>bile (cfr. tabelle). Il numero <strong>di</strong> aziende del comparto si è invece drasticamente ridotto a<br />

Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale della Regione Marche<br />

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