allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea
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Allegato I – Sbocchi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong><br />
Nel settore dei prodotti trasformati, ed in particolare della pasta, le Marche non mostrano <strong>delle</strong><br />
imprese industriali <strong>di</strong> grande rilievo. Si tratta <strong>di</strong> aziende <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole, che per lo più<br />
si sono specializzate nella <strong>di</strong>fferenziazione dei prodotti: la pasta biologica, paste speciali (con<br />
aggiunta <strong>di</strong> peperoncino, <strong>di</strong> spinaci, etc.) oppure paste prodotte con particolari processi <strong>di</strong><br />
lavorazione o con semole <strong>di</strong> particolare pregio. Queste produzioni, si rivolgono a consumatori<br />
particolarmente attenti alla qualità <strong>degli</strong> alimenti, non solo nel <strong>mercato</strong> regionale, ma anche<br />
all’esterno. Anche se quantitativamente il peso produttivo <strong>di</strong> queste realtà marchigiane non è molto<br />
rilevante, la loro presenza è importante anche perché risponde a tendenze che si registrano anche in<br />
altri settori e a livello nazionale, sia alla <strong>di</strong>versificazione <strong>delle</strong> produzioni, sia ad una maggiore<br />
attenzione verso la qualità e il biologico.<br />
Si tratta sicuramente <strong>di</strong> un orientamento corretto per conquistare nuovi spazi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong>, sia interni<br />
che esterni alla regione.<br />
Dopo aver affrontato le problematiche del frumento e dei prodotti trasformati da essi derivati (in<br />
particolare la pasta), si esaminano brevemente gli altri cereali in ambito regionale.<br />
Per l’orzo si stanno sviluppando interessanti opportunità per la coltivazione dell’orzo destinato alla<br />
produzione della birra. Le caratteristiche agronomiche ed i nuovi canali <strong>di</strong> sbocco per bevande e<br />
prodotti tra<strong>di</strong>zionali (orzo torrefatto, malto, etc.) rendono questa coltura una valida alternativa<br />
economica al grano tenero.<br />
Il mais, nonostante il peso ridotto che attualmente riveste a livello produttivo nella nostra regione,<br />
potrebbe ricevere un nuovo impulso dalle innovazioni provenienti dal settore <strong>delle</strong> biotecnologie.<br />
La qualità<br />
L’industria italiana <strong>di</strong> trasformazione (molitoria e pastaia) sta ponendo in atto un severo regime <strong>di</strong><br />
controlli <strong>di</strong> qualità sulla materia prima utilizzata, nell’intento, a sua volta <strong>di</strong> assicurare al suo interno<br />
il rispetto <strong>delle</strong> norme vigenti in campo igienico-sanitario. Per il frumento, soprattutto il duro,<br />
esistono <strong>delle</strong> problematiche che devono essere affrontate, sia a livello nazionale, ma che si<br />
riflettono anche in ambito regionale. Il tema centrale è quello della qualità, a cui sono associati<br />
molti fattori: gli andamenti stagionali, spesso anomali, l’impiego non corretto o insufficiente <strong>di</strong><br />
sementi selezionate, la <strong>di</strong>spersione della coltura in piccoli lotti, la carenza <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong><br />
stoccaggio adeguato ad una valorizzazione del prodotto.<br />
Ad oggi i produttori italiani <strong>di</strong> frumento duro non sono in grado <strong>di</strong> fornire in modo continuativo<br />
partite <strong>di</strong> merce omogenee e <strong>di</strong> qualità, per cui le industrie <strong>di</strong> trasformazione sono costrette ad<br />
importare materia prima dall’estero. Una politica <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong>venta necessaria se si vuole mantenere<br />
la competitività del prodotto italiano sul <strong>mercato</strong> nazionale; occorre una nuova logica, basata sul<br />
principio che una materia prima migliore implica una migliore qualità del trasformato: la qualità<br />
rappresenta infatti il trait- d’union tra il settore agricolo e quello industriale della filiera del grano<br />
duro, essendo l’elemento in base al quale le industrie <strong>di</strong> trasformazione organizzano la loro<br />
produzione. In caso contrario, l’Italmopa (associazione <strong>degli</strong> industriali molitori e pastificatori) ha<br />
più volte evidenziato il rischio <strong>di</strong> un’emigrazione <strong>degli</strong> impren<strong>di</strong>tori, che potrebbero ad<strong>di</strong>rittura<br />
decidere <strong>di</strong> andare a trasformare fuori dall’Italia.<br />
Rispetto alla situazione nazionale le Marche si collocano in una posizione <strong>di</strong> maggior favore; per<br />
quanto concerne la qualità <strong>delle</strong> colture cerealicole praticate nelle Marche, c’è da considerare che<br />
sempre più superfici vengono interessate dalle misure comunitarie collegate all’agricoltura<br />
biologica e alle tecniche <strong>di</strong> coltivazione adottate in applicazione del regolamento Cee 2078/92<br />
relativo alle misure agro-ambientali: ciò determina una elevata qualità <strong>delle</strong> produzioni e una<br />
migliore salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente. La qualità inoltre può essere intesa sia come caratteristiche<br />
intrinseche del prodotto (contenuto proteico, peso ettolitrico, e colorazione), che come capacità<br />
dello stesso <strong>di</strong> essere impiegato in maniera efficiente nel processo produttivo <strong>di</strong> trasformazione.<br />
L’industria <strong>di</strong> trasformazione, oltre ad un prodotto <strong>di</strong> un certo standard organolettico, richiede la<br />
possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> quantitativi significativi e territorialmente concentrati, al fine <strong>di</strong> ridurre i<br />
Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale della Regione Marche<br />
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