allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea
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Allegato I – Sbocchi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong><br />
una crescita dei consumi ha interessato il settore della pasticceria industriale (+7,4%), dei<br />
con<strong>di</strong>menti pronti, della pasta all’uovo. Il comparto <strong>delle</strong> bevande infine registra risultati positivi<br />
soprattutto per quanto riguarda le bevande analcoliche e i vini; da segnalare in particolare,<br />
nell’ambito dei vini ,l’ottima performance dei doc e docg (+8,8%).<br />
Di seguito si riporta la situazione regionale dei settori produttivi agricoli <strong>di</strong> maggiore interesse per<br />
la Regione Marche, al fine <strong>di</strong> valutare i reali <strong>sbocchi</strong> <strong>di</strong> <strong>mercato</strong> <strong>delle</strong> produzioni regionali.<br />
SETTORE DELLE CARNI<br />
Il settore <strong>delle</strong> carni si configura come un insieme <strong>di</strong> comparti piuttosto eterogenei tra loro e che<br />
quin<strong>di</strong> è opportuno analizzare singolarmente. Dal punto <strong>di</strong> vista della domanda <strong>di</strong> tali prodotti,<br />
tuttavia, si possono delineare alcune tendenze generali tanto a livello mon<strong>di</strong>ale che nazionale. Per<br />
quanto concerne i possibili <strong>sbocchi</strong> commerciali internazionali della produzione <strong>di</strong> carni le aree con<br />
maggiori potenzialità sono quelle dell’estremo Oriente (Giappone, Corea e Cina) e le migliori<br />
prospettive riguardano i prodotti derivati dalla carne avicola, i cui consumi sono in crescita costante<br />
e sostenuta nei principali paesi importatori, e suina, soprattutto quelli con una maggiore quantità <strong>di</strong><br />
servizi incorporati e valore aggiunto. Sul <strong>mercato</strong> nazionale la carne bovina, che fino agli inizi <strong>degli</strong><br />
anni ’90 era al primo posto nelle preferenze dei consumatori, è stata via via sostituita con prodotti<br />
meno costosi (sia le carni suine che il pollame hanno prezzi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong> largamente più bassi, cfr.<br />
tabella), più innovativi e <strong>di</strong> consumo più pratico (piatti pronti, elaborati, salumi) e, dopo il caso<br />
BSE, che offrono maggiori garanzie da un punto <strong>di</strong> vista della sicurezza sanitaria (anche se<br />
problemi <strong>di</strong> sicurezza legati in particolare ai mangimi sono emersisuccessivamente anche in altri<br />
settori). Dopo la crisi del ’96 il comparto bovino, anche grazie a iniziative in chiave <strong>di</strong> qualità e<br />
igiene, sta riacquisendo quote <strong>di</strong> <strong>mercato</strong>.<br />
Considerando l’andamento dei gusti del consumatore italiano, oltre a pre<strong>di</strong>ligere prodotti “sicuri”,<br />
riscopre il valore dei prodotti tra<strong>di</strong>zionali e al contempo mo<strong>di</strong>fica il suo stile <strong>di</strong> consumo, a favore <strong>di</strong><br />
pasti veloci e spesso consumati fuori casa, i prodotti con maggiori prospettive appaiono i prodotti<br />
freschi <strong>di</strong> elevata qualità (in termini <strong>di</strong> naturalità, <strong>di</strong> sicurezza ecc.), i salumi stagionati <strong>di</strong> elevata<br />
tipicità, i surgelati, e i prodotti innovativi <strong>di</strong> 2 a , 3 a , 4 a e 5 a gamma (piatti pronti ecc.). I canali<br />
commerciali con maggiori prospettive risultano essere la grande <strong>di</strong>stribuzione, che ha un peso<br />
relativo del 35-40% e il catering, il cui ruolo è ancora modesto ma dal quale ci si attende un forte<br />
sviluppo dovuto appunto agli emergenti stili <strong>di</strong> consumo alimentare.<br />
Sul <strong>mercato</strong> regionale dal lato della domanda non si rilevano comportamenti o tendenze<br />
fortemente <strong>di</strong>versi da quelle nazionali: in linea con le altre regioni del centro Italia, le Marche si<br />
caratterizzano per una propensione ai consumi alimentari superiore alla me<strong>di</strong>a nazionale e ciò<br />
riguarda anche il settore carni 14 . Per quanto concerne la produzione l’evoluzione della zootecnia<br />
marchigiana è così riassumibile:<br />
• A partire dagli anni ’70 crollo della zootecnia bovina in parte controbilanciato da un lieve<br />
incremento dei suini e, a partire dal 1985, dall’aumento consistente <strong>degli</strong> avicoli. Più<br />
recentemente, nel periodo ‘90-’97, la consistenza del bestiame ha subito una <strong>di</strong>minuzione del<br />
12,4%, imputabile ancora al settore bovino e, in misura inferiore, avicolo.<br />
• Aumento del peso <strong>delle</strong> produzioni zootecniche sulla produzione lorda ven<strong>di</strong>bile agricola<br />
regionale dovuto più che altro a suini e pollame, cresciuti in termini <strong>di</strong> quantità e, più che<br />
proporzionalmente, in termini <strong>di</strong> valore prodotto, grazie alla crescita notevole dei prezzi in<br />
entrambi settori.<br />
• Consolidamento del settore avicolo come 1° settore zootecnico in termini sia <strong>di</strong> consistenza <strong>di</strong><br />
bestiame che <strong>di</strong> PLV, seguito dai suini e dai bovini<br />
14 ISTAT “I consumi <strong>delle</strong> famiglie”.<br />
Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale della Regione Marche<br />
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