12.06.2013 Views

allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea

allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea

allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Allegato I – Sbocchi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong><br />

Frumento duro Ue - Totale<br />

consumi in % (1997/98)<br />

Grecia<br />

12%<br />

Italia<br />

61%<br />

Francia<br />

11%<br />

Spagna<br />

16%<br />

In Italia i dati a consuntivo del frumento tenero e derivati per la campagna 1997/98, fanno rilevare<br />

un consumo interno pari a 7,3 milioni <strong>di</strong> tonnellate (l’80% dei quali per l’alimentazione umana, il<br />

16% per uso animale e la <strong>di</strong>fferenza ripartita tra un uso industriale o per la semina), che sommato ai<br />

1,3 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> esportazioni portano il totale realmente utilizzato a 8,6 milioni <strong>di</strong><br />

tonnellate. In considerazione che la produzione nazionale <strong>di</strong> tenero è stata pari a 2,9 milioni <strong>di</strong><br />

tonnellate si è dovuto ricorrere a circa 5,6 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> importazioni.<br />

A livello regionale l’offerta <strong>di</strong> grano tenero prodotto nelle Marche alimenta essenzialmente i<br />

panifici locali <strong>di</strong> piccole e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, essendo <strong>di</strong> quantità e qualità inadeguata per essere<br />

in<strong>di</strong>rizzata verso le gran<strong>di</strong> industrie <strong>di</strong> trasformazione. Si registra inoltre una scarsa capacità del<br />

sistema <strong>di</strong> stoccaggio <strong>di</strong> rispondere ad un’adeguata <strong>di</strong>fferenziazione del prodotto.<br />

Per il frumento duro e derivati, sempre per la campagna 1997/98, a livello nazionale si è registrato<br />

un consumo interno pari a 3,4 milioni <strong>di</strong> tonnellate così sud<strong>di</strong>vise: 88,6% per l’alimentazione<br />

umana, 9,8% per la semina e l’1,6% per uso animale. Il totale realmente utilizzato è stato però <strong>di</strong><br />

5,5 milioni <strong>di</strong> tonnellate: ai consumi interni si sono aggiunti oltre 2 milioni <strong>di</strong> esportazioni. Come<br />

per il grano tenero, anche per il duro, al fine <strong>di</strong> garantire le <strong>di</strong>sponibilità necessarie, al livello della<br />

produzione nazionale, pari a circa 3,7 milioni <strong>di</strong> tonnellate, è stato necessario ricorrere<br />

massicciamente alle importazioni (1,7 milioni <strong>di</strong> tonnellate).<br />

L’offerta nazionale, largamente carente rispetto ai quantitativi richiesti dai trasformatori, costretti<br />

ancora una volta costretti a rifornirsi <strong>di</strong> frumento oltre confine (Grecia, Francia, etc.) in<strong>di</strong>ca la<br />

presenza <strong>di</strong> potenziali <strong>sbocchi</strong> <strong>di</strong> <strong>mercato</strong> interni. Anche il trend positivo che si evidenzia dal 1990<br />

al 1997 nel consumo pro-capite annuo <strong>di</strong> cereali (produzione primaria + prodotti trasformati) (da<br />

156,6 Kg nel 1990 passa a 158,1 Kg nel 1997) lascia auspicare un’espansione <strong>degli</strong> <strong>sbocchi</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>mercato</strong> nazionali.<br />

L’andamento invece dei soli prodotti trasformati contenenti cereali registra nella prima metà <strong>degli</strong><br />

anni ’90 una riduzione generale, che risulta più marcata per la farina (da 6,2 Kg pro capite nel 1990<br />

a 4,7 Kg pro capite nel 1996), ma evidente anche nel pane e nei grissini. Il <strong>mercato</strong> <strong>di</strong> biscotti e<br />

della pasticceria, ma soprattutto quello della pasta comune e preparata risentono invece meno <strong>di</strong> tale<br />

<strong>di</strong>minuzione.<br />

Per i prodotti trasformati, la Regione Marche mostra, per gli ultimi anni considerati, un livello <strong>di</strong><br />

consumo pro capite superiore alla me<strong>di</strong>a nazionale per quanto riguarda il pane e grissini e la farina<br />

(per quest’ultimo genere le Marche, insieme all’Emilia Romagna sono le regioni italiane con un<br />

consumo pro capite più elevato (oltre 8,5 Kg per anno, rappresentando quasi il doppio della me<strong>di</strong>a<br />

italiana). Nei biscotti e pasticceria e nella pasta i consumi marchigiani sono invece in linea con la<br />

me<strong>di</strong>a nazionale, o <strong>di</strong> poco inferiori ad essa.<br />

Secondo il dato ISTAT più recente sui consumi <strong>delle</strong> famiglie, il pro-capite, nel 1996, era <strong>di</strong> 33 Kg.<br />

per l’Italia e <strong>di</strong> 30,9 per le Marche (probabilmente compreso l’artigianato). Le stime <strong>di</strong> UNIPI<br />

Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale della Regione Marche<br />

296<br />

Frumento tenero UE - consumi<br />

totali<br />

5%<br />

10%<br />

17%<br />

17%<br />

22%<br />

21%<br />

8%<br />

Francia<br />

Spagna<br />

Germania<br />

RegnoUnito<br />

Italia<br />

Danimarca<br />

Altri UE

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!