allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea
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Allegato I – Sbocchi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong><br />
Produzione e struttura dell'industria molitoria <strong>di</strong> frumento tenero<br />
Fonte: (1) Elaboraz. ISMEA su dati ISTAT 1995-97- q.li; (2) ITALMOPA 1999; (3) ITALMOPA 1999 –q.li/24h; (4) q.li/24h x 320;<br />
Produz. Me<strong>di</strong>a Aziende<br />
agricole (1)<br />
Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale della Regione Marche<br />
Num. Molini (2) Capacità macinazione<br />
potenziale (3)<br />
300<br />
Capacità macinazione<br />
annua (4)<br />
Intensità <strong>di</strong><br />
trasformazione (5)<br />
=(1)/(4)*100<br />
% % % % %<br />
Marche 1.905.000 6% 43 6% 13.646 4% 4.366.720 4% 44%<br />
Italia 34.589.000 100% 694 100% 352.838 100% 112.908.160 100% 31%<br />
Import-export<br />
Passando all’<strong>analisi</strong> <strong>degli</strong> scambi con l’estero il settore del frumento e dei suoi derivati si conferma<br />
come voce attiva nella bilancia agroalimentare nazionale monetaria con un incremento sia<br />
dell’avanzo che del saldo normalizzato <strong>di</strong> circa 19 punti percentuali, grazie anche all’incremento<br />
della ragione <strong>di</strong> scambio del 8,8% (dal 1997 al 1998). In particolare l’Italia è importatrice netta <strong>di</strong><br />
prodotti primari (frumento), mentre è esportatrice <strong>di</strong> prodotti trasformati (farina tenero, semole<br />
duro, soprattutto paste, pane, biscotti etc.). Un’<strong>analisi</strong> del totale dei cereali e dei prodotti da essi<br />
derivati mostra un saldo (esportazioni – importazioni) negativo solo per quanto riguarda le quantità<br />
fisiche (tonnellate <strong>di</strong> prodotti), mentre il saldo è positivo e con una tendenza alla crescita (dal 1997<br />
al 1998 si assiste ad una variazione positiva <strong>di</strong> oltre l’11%) in termini <strong>di</strong> valore (miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> lire).<br />
Questo si spiega con la considerazione che il Valore Aggiunto inglobato nei prodotti trasformati è<br />
più elevato <strong>di</strong> quello presente nei prodotti primari e quin<strong>di</strong> i prezzi unitari dei primi superano quelli<br />
dei secon<strong>di</strong>. Se si procede ad un’aggregazione <strong>di</strong> prodotti risulta ad<strong>di</strong>rittura che per il frumento duro<br />
e i suoi derivati le esportazioni superano le importazioni non solo in valore, ma anche in quantità<br />
fisiche. L’esame dei flussi commerciali <strong>di</strong> frumento a livello regionale in<strong>di</strong>cano per la regione<br />
Marche, nel periodo 1989-91 e 1995-97, una riduzione dell’importazione <strong>di</strong> frumento, che da<br />
162.000 passa a 151.000 tonnellate (-7%) ed un incremento dell’esportazione, anche se essa si<br />
attesta ancora su livelli piuttosto ridotti. Questo fenomeno lascia auspicare una sicura collocabilità<br />
del prodotto, considerata anche la tendenza ad un aumento della capacità <strong>di</strong> assorbimento del<br />
<strong>mercato</strong>.<br />
Coerenza tra situazione <strong>di</strong> <strong>mercato</strong> e scelte effettuate all’interno del PSR<br />
La tipologia <strong>di</strong> investimenti previsti dal PSR è in linea con le problematiche e le potenzialità del<br />
settore cerealicolo fin qui evidenziate e con le nuove tendenze della domanda emergenti, in<br />
particolare in termini <strong>di</strong> domanda <strong>di</strong> elevata qualità, sia a livello <strong>di</strong> produzione primaria (frumento),<br />
che <strong>di</strong> prodotti derivati (farine, semole, pasta, prodotti dolciari), che <strong>di</strong> domanda <strong>di</strong> prodotti<br />
<strong>di</strong>fferenziati (biologici, paste speciali, etc.), che infine <strong>di</strong> domanda <strong>di</strong> “sicurezza” alimentare.<br />
Attraverso le misure del PSR si sostengono ad esempio gli investimenti volti al miglioramento<br />
della qualità, alla riconversione varietale, soprattutto verso la produzione biologica, alla protezione<br />
dell’ambiente, al contenimento dei costi <strong>di</strong> produzione e al risparmio energetico. Per quanto<br />
concerne i prodotti trasformati si incentivano (cfr. misura G) investimenti per il miglioramento del<br />
controllo <strong>di</strong> qualità e <strong>delle</strong> con<strong>di</strong>zioni sanitarie. Si ritiene inoltre importante, sempre in linea con<br />
l’<strong>analisi</strong> regionale effettuata, sostenere investimenti a favore sia dei centri <strong>di</strong> stoccaggio cereali, che<br />
<strong>delle</strong> industrie molitorie. In particolare vi è una serie <strong>di</strong> investimenti che risultano ammissibili<br />
purchè non comportino un aumento della complessiva capacità <strong>di</strong> macinazione ed<br />
immagazzinamento. In particolare si tratta <strong>di</strong> investimenti mirati alla razionalizzazione e alla<br />
concentrazione <strong>delle</strong> attività produttive <strong>di</strong> immagazzinamento dell’industria molitoria, <strong>di</strong>