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allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea

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Allegato I – Sbocchi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong><br />

SETTORE LATTIERO-CASEARIO<br />

La produzione: scenario internazionale e nazionale<br />

Con oltre 3 milioni <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> latte alimentare liquido nel 1997 17 , l’Italia produce circa il 10%<br />

del latte complessivo comunitario, posizionandosi in quinta posizione <strong>di</strong>etro Regno Unito,<br />

Germania, Francia e Spagna. Nel periodo 1989-1997 la PLV del comparto è cresciuta in misura<br />

inferiore al totale della PLV agricola nazionale (rispettivamente +2,08% e +3,41%) a testimonianza<br />

della maturità ormai raggiunta dal settore. Per quanto riguarda il burro la produzione italiana pesa<br />

per circa l’8% sul totale comunitario, mentre nel comparto dei formaggi vaccini con circa 819.200<br />

tonnellate la produzione nazionale copre il 14% <strong>di</strong> quella UE e si posiziona <strong>di</strong>etro Germania e<br />

Francia, che vantano una produzione quasi doppia. La produzione lattiera italiana ha una forte<br />

connotazione territoriale: nel regioni del Nord si concentra il 79% della produzione <strong>di</strong> latte <strong>di</strong> vacca<br />

e bufala, mentre nelle regioni del Sud il 75% <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> latte <strong>di</strong> pecora e capra. Le regioni del<br />

Centro, tra cui le Marche, pesano per circa il 7% nel comparto vaccino e il 22,5% nel comparto<br />

ovicaprino.<br />

Per quanto riguarda gli scambi con l’estero la bilancia commerciale italiana del comparto lattierocaseario<br />

è strutturalmente passiva e la posizione <strong>degli</strong> esportatori nazionali, anche a causa della<br />

frammentazione aziendale del comparto, poco competitiva. In controtendenza risulta la situazione<br />

dei prodotti DOP che, nonostante i prezzi me<strong>di</strong>amente molto più alti <strong>degli</strong> altri formaggi e i drastici<br />

tagli subiti dalle restituzioni all’export, sono riusciti a mantenere le quote <strong>di</strong> <strong>mercato</strong>. La leva su cui<br />

puntare per accrescere la competitività dei prodotti lattiero-caseari italiani appare pertanto la<br />

valorizzazione dei prodotti tipici me<strong>di</strong>ante marchi riconosciuti a livello internazionale.<br />

La produzione: scenario regionale<br />

La consistenza del patrimonio <strong>di</strong> bovini da latte nel territorio marchigiano, ovviamente con<strong>di</strong>zionata<br />

dalla presenza <strong>delle</strong> quote latte, è <strong>di</strong> circa 17.500 capi <strong>di</strong>stribuiti in circa 430 aziende. In termini <strong>di</strong><br />

Produzione Lorda Ven<strong>di</strong>bile le Marche, nel periodo 1995-97, pesano per circa lo 0.6% sul totale<br />

nazionale nel settore vaccino e per l’1.5% in quello ovicaprino, tra l’altro in <strong>di</strong>minuzione rispetto al<br />

triennio 1989-91. La realtà produttiva frammentata, la ridotta <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a aziendale e le<br />

basse rese produttive sono tra le problematiche che rendono il settore lattiero caseario regionale<br />

poco competitivo nel contesto nazionale e rischiano <strong>di</strong> tradursi in una ulteriore contrazione del<br />

comparto. Tra le possibili misure da adottare vi è il miglioramento genetico dei capi, l’incremento,<br />

nel caso <strong>di</strong> latte vaccino, dell’adozione della stabulazione libera che, rispetto alla stabulazione fissa<br />

a catena, permette un incremento <strong>delle</strong> rese <strong>di</strong> circa il 15%, la gestione razionale <strong>delle</strong> quote con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> incrementare la <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a <strong>delle</strong> aziende che restano attive,<br />

l’ammodernamento <strong>degli</strong> impianti <strong>di</strong> raccolta del latte, anche a seguito <strong>delle</strong> recenti norme <strong>di</strong> tutela<br />

igienico-sanitario dei prodotti alimentari (HACCP), che <strong>di</strong> fatto coinvolgono tutti i produttori<br />

marchigiani con consistenti investimenti.. Per quanto riguarda la produzione <strong>di</strong> formaggi le Marche<br />

vantano un ampio assortimento <strong>di</strong> prodotti tra<strong>di</strong>zionali (cfr. <strong>analisi</strong> successiva) tra cui la Casciotta <strong>di</strong><br />

Urbino che ha ottenuto il marchio DOP, e che si ritiene strategico sostenere, anche alla luce<br />

dell’andamento dei consumi che, come sotto esposto, mostrano un aumento consistente della<br />

domanda <strong>di</strong> formaggi tanto a livello nazionale che internazionale. Anche la produzione <strong>di</strong> formaggi<br />

si effettua nel rispetto<strong>delle</strong> quote legalmente detenute.<br />

17 “Filiera LATTE” a cura <strong>di</strong> ISMEA, giugno 1999.<br />

Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale della Regione Marche<br />

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