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allegato 1 - schede di analisi degli sbocchi di mercato delle - Inea

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Allegato I – Sbocchi <strong>di</strong> <strong>mercato</strong><br />

sparse coltivate nella regione non arrivano alle 1.000 unità con una produzione <strong>di</strong> circa 90 quintali.<br />

Molti <strong>degli</strong> alberi <strong>di</strong> Prunus cerasus presenti nel territorio regionale si presentano ormai in<br />

con<strong>di</strong>zioni agronomiche precarie, privi come sono <strong>di</strong> adeguati interventi <strong>di</strong> controllo della<br />

vegetazione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa della produzione, <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> impianto e gestione miranti a massimizzare la<br />

produttività e la qualità <strong>delle</strong> ciliegie. Ne consegue una forte aleatorietà <strong>delle</strong> rese e un progressivo<br />

deperimento vegetativo che, lentamente, portano alla scomparsa <strong>delle</strong> piante <strong>di</strong> ciliegio acido dal<br />

territorio regionale, sul quale restano solo gli esemplari più rustici e vigorosi a testimoniare la<br />

vocazionalità dell’ambiente. Il territorio interessato è prevalentemente quello della provincia <strong>di</strong><br />

Pesaro e Urbino, con particolare <strong>di</strong>ffusione nel comune <strong>di</strong> Cantiano, nelle Comunità Montane<br />

dell’Alta Valmarecchia, del Montefeltro, del Catria e del Nerone, dell’Alto e Me<strong>di</strong>o Metauro. La<br />

presenza <strong>di</strong> piante sparse si rileva comunque in tutto il territorio regionale.<br />

Domanda<br />

Le ciliegie acide allo stato fresco hanno ridottissimi utilizzi mentre esiste nella regione Marche una<br />

lunga tra<strong>di</strong>zione locale nella loro trasformazione in vari tipi <strong>di</strong> prodotti industriali o per meglio <strong>di</strong>re<br />

artigianali quali il cosiddetto “vino <strong>di</strong> visciola” (cfr. scheda specifica), vino aromatico tipico della<br />

nostra regione che sta raccogliendo apprezzamenti sempre crescenti non solo in ambito locale, e le<br />

“amarene <strong>di</strong> Cantiano”, visciole conservate in uno sciroppo <strong>di</strong> zucchero e poste sotto vetro,<br />

riconosciute come specialità regionale già all’inizio del secolo 31 . Non si tratta <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> largo<br />

consumo e tantomeno <strong>di</strong> apprezzamento generale, ma la crescente richiesta <strong>di</strong> prodotti tipici, che<br />

riconducono al territorio <strong>di</strong> produzione, alla loro origine, a tra<strong>di</strong>zioni conta<strong>di</strong>ne locali, aprono ampie<br />

prospettive <strong>di</strong> <strong>mercato</strong>, ancorché <strong>di</strong> nicchia, a tali prodotti. La produzione regionale <strong>di</strong> ciliegie<br />

acide, sulla base dei dati estimativi <strong>di</strong>sponibili, riesce a coprire solo il 30% del fabbisogno attuale,<br />

determinato principalmente dalla produzione, oltre che dei prodotti <strong>di</strong> cui sopra, anche <strong>di</strong> sciroppi,<br />

confetture, prodotti per l’industria dolciaria e la pasticceria. Il restante 70%, talvolta anche<br />

semilavorato, viene importato prevalentemente dall’Albania e dai paesi dell’ex Jugoslavia. Il<br />

principale limite dei prodotti importati risiede nel livello qualitativo spesso non all’altezza <strong>delle</strong><br />

esigenze <strong>di</strong> lavorazione e consumo. I prodotti vengono inoltre acquistati senza che siano note le<br />

tecniche produttive adottate e quin<strong>di</strong> senza le necessarie garanzie sul loro livello <strong>di</strong> salubrità. Questi<br />

limiti rappresentano altrettante opportunità per la produzione marchigiana. Tra i principali problemi<br />

da risolvere vi sono tuttavia il generale invecchiamento dei ceraseti e la conseguente aleatorietà<br />

<strong>delle</strong> rese che non consente all’industria <strong>di</strong> trasformazione un’adeguata programmazione <strong>degli</strong><br />

approvvigionamenti. Si rende necessario pertanto un rinnovo dei ceraseti attualmente in produzione,<br />

mentre la possibilità <strong>di</strong> aumentare le superfici investite a tale coltura, prevista dalla misura A) del<br />

presente piano, permetterà <strong>di</strong> ridurre il forte deficit commerciale attuale, destinato peraltro ad<br />

aggravarsi. Sulla base <strong>di</strong> una ricerca finanziata con il programma ob.5b 1994-99, infatti, risulta ad<br />

es. che l’attuale produzione <strong>di</strong> “vino <strong>di</strong> visciole” sod<strong>di</strong>sfa circa il 20% della domanda <strong>di</strong> <strong>mercato</strong><br />

tanto che i produttori intendono aumentare fortemente le quantità prodotte e, per far ciò, dovranno<br />

necessariamente ricorrere ulteriormente alle importazioni. Il rilancio produttivo <strong>delle</strong> ciliegie acide<br />

potrebbe interessare nell’arco dei prossimi anni una superficie compresa tra i 10 e i 30 ettari <strong>di</strong><br />

nuovi impianti.<br />

Frutti minori : giuggiolo, nespolo, corbezzolo, melograno ecc.<br />

Col termine generico <strong>di</strong> “frutti minori” viene in<strong>di</strong>cato un gruppo potenzialmente importante <strong>di</strong><br />

specie legnose da frutto caratterizzate dall’avere un peso limitato nel <strong>mercato</strong> della produzione e del<br />

31 Da “Atlante dei sapori: le conserve” <strong>di</strong> G. Picchi, Ed. Franco Angeli, 1993.<br />

Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale della Regione Marche<br />

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