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Scuola e integrazione: i diritti del bambino adottato - Portale per l ...

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SCUOLA SCUOLA E E ADOZIONE:<br />

ADOZIONE:<br />

DUE DUE NEMICI?<br />

NEMICI?<br />

se ne conoscono a migliaia), ma una <strong>Scuola</strong> che gli <strong>per</strong>metta,<br />

che gli dia gli strumenti <strong>per</strong> fare questa cosa? Il parametro<br />

reale è: "Hai fatto i programmi? Hai finito il programma?". In<br />

realtà il <strong>bambino</strong> non deve essere un soggetto passivo <strong>del</strong><br />

rapporto educativo, dovrebbe essere soggetto attivo,<br />

collaborare, anche <strong>per</strong>ché il rapporto di educazione è un<br />

rapporto di collaborazione: ci si forma. Il rapporto scolastico<br />

dovrebbe essere la creazione di un guanto, che va bene solo<br />

<strong>per</strong> quel <strong>bambino</strong> lì, non <strong>per</strong> un altro. Occorre dare a questo<br />

<strong>bambino</strong> tutti questi strumenti; e se io glieli do medi, non gli<br />

va mica bene, <strong>per</strong>ché se a me danno un paio di scarpe <strong>del</strong> 42,<br />

che è la taglia media <strong>del</strong>l'uomo italiano, io piango <strong>per</strong> lo meno<br />

500 ore al giorno, io porto un 44 e mezzo. Però ho diritto di<br />

camminare anch'io. E ha diritto di camminare anche quello che<br />

ha il 40, senza sciabattare. E l'idea che tutti noi siamo trattati<br />

come da un calzolaio che ha una taglia unica, mi fa molta<br />

paura. Eppure all'interno <strong>del</strong>la <strong>Scuola</strong> - e qui vengo alle<br />

es<strong>per</strong>ienze <strong>per</strong>sonali - si riescono fare <strong>del</strong>le follie, nel bene e<br />

nel male, mastodontiche. Una <strong>del</strong>le problematiche che hanno<br />

molti bambini adottati (forse ne parlerà il neuropsichiatra<br />

dopo,) e che si sta scoprendo sempre di più, è quella<br />

linguistica: mia figlia, come una marea di altri bambini, lo<br />

abbiamo sco<strong>per</strong>to negli anni, è soggetta a una forma, più o<br />

meno grave, di dislessia. Il che vuol dire che se tu ti ostini a<br />

farla leggere, lei crede che la scuola sia un luogo di tortura. Per<br />

cui andrà a scuola, ogni mattina, con l'idea "devo andare a<br />

mettermi su dei ceci secchi con qualcuno che mi mette gli<br />

spillini sotto le unghie: aumenterà il suo senso di<br />

inadeguatezza. Poi ci posso lavorare tantissimo sul suo amor<br />

proprio e sull'autostima, ma se quando va a scuola la maestra<br />

dice "sei somara", oppure non glielo dice ma le fa capire "tu<br />

non capisci", o comunque lo capisce da sola che non capisce.<br />

Capisce anche lei da sola che tutte quelle pagine da leggere<br />

<strong>per</strong> lei sono faticose, che non se la cava, che l'annoiano.<br />

Io ho timore che quello di cui stiamo discutendo noi stia<br />

diventando un lusso; che la <strong>Scuola</strong> non abbia tempo <strong>per</strong> i<br />

bambini adottivi, come <strong>per</strong> i bambini di colore, come <strong>per</strong> i<br />

Quaderni [3] dei <strong>diritti</strong>

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