le scienze fisiche nel settecento - fisica/mente
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IL SETTECENTO<br />
cambiavano. E la fortuna vestì anche i panni di un bravo maestro che lo ebbe sotto <strong>le</strong><br />
sue cure, Johann Bernoulli, il padre di Daniel del qua<strong>le</strong> ho già parlato. Gli stessi figli di<br />
Johann, sia Daniel che Nicolaus, frequentarono il giovane Eu<strong>le</strong>r che, attraverso tanta<br />
matematica che lo circondava, scoprì la sua vera vocazione, la matematica appunto.<br />
Ma, accanto ad essa, egli coltivò anche teologia, medicina, astronomia, <strong>fisica</strong>, lingue<br />
orientali. Studiò a Basi<strong>le</strong>a (teologia ed ebraico ed in seguito medicina) e divenne<br />
magister a 17 anni (1724) con una tesi che metteva in paral<strong>le</strong>lo la filosofia di Descartes<br />
e quella di Newton. A 19 anni pubblicò il suo primo lavoro negli Acta Eruditorum e<br />
partecipò ad un concorso dell'Académie des Sciences di Parigi relativo all'alberatura<br />
del<strong>le</strong> navi. Lo studio della medicina insieme a quello della matematica lo portarono a<br />
studiare l'orecchio e quindi a quello del suono e del<strong>le</strong> vibrazioni in genere. Poiché,<br />
come con Daniel, quando vol<strong>le</strong> provare a fare l'insegnante (o di matematica o di<br />
fisiologia) a Basi<strong>le</strong>a, tutti i posti erano occupati, ebbe una sorta di chiamata da Daniel a<br />
San Pietroburgo dove invece si era in situazione di grande espansione (la sovrana era<br />
l'illuminata Caterina I di Russia). Furono i giovani Bernoulli, Daniel e Nicolaus, che<br />
avvertirono Eu<strong>le</strong>r dell'apertura di una scuola di medicina presso la loca<strong>le</strong> Accademia.<br />
Eu<strong>le</strong>r raggiunse allora l'amico Daniel (l'anno prima, infatti, Nicolaus era morto<br />
annegato) ma, per disgrazia, Caterina moriva proprio allora e ci vol<strong>le</strong> un poco perché<br />
in Russia si tornassero a coltivare <strong>le</strong> <strong>scienze</strong>. Intanto Eu<strong>le</strong>r trovò impiego come<br />
luogotenente di marina fino al 1730 quando, con la salita al trono di Anna Ivanovna<br />
(nipote di Pietro il Grande), si ricominciò con <strong>le</strong> <strong>scienze</strong>. Eu<strong>le</strong>r divenne allora<br />
professore di <strong>fisica</strong> all'Accademia con molto tempo libero da poter dedicare ai suoi<br />
studi. In tali condizioni, appena sei anni dopo, vide la luce un'opera imponente di<br />
Eu<strong>le</strong>ro in due volumi, la Mechanica sive Motus Scientia analytice exposita, il primo<br />
grande trattato in cui l'analisi matematica veniva<br />
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