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le scienze fisiche nel settecento - fisica/mente

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IL SETTECENTO<br />

combinando operazioni algebriche, logaritmi, esponenziali, funzioni goniometriche.<br />

Distinse poi i vari tipi di funzioni in algebriche e trascendenti. Chiarì il concetto di<br />

funzioni esplicite ed implicite, di funzioni univoche e plurivoche. Fece i primi passi<br />

<strong>nel</strong>lo studio del<strong>le</strong> funzioni analitiche (poi riprese da Lagrange). Introdusse poi <strong>le</strong><br />

funzioni a variabi<strong>le</strong> comp<strong>le</strong>ssa (1748) <strong>nel</strong>la ricerca di punti comuni tra due curve<br />

algebriche. Anche in geometria egli introdusse del<strong>le</strong> rego<strong>le</strong> ancora oggi seguite:<br />

l'indicare i lati di un triangolo con <strong>le</strong> <strong>le</strong>ttere minusco<strong>le</strong> a, b, c ed i vertici opposti con <strong>le</strong><br />

<strong>le</strong>ttere maiusco<strong>le</strong> A, B, C; l'indicare con r, R ed s rispettiva<strong>mente</strong> i raggi dei cerchi<br />

inscritti e circoscritti ed il semiperimetro del triangolo stesso. Sua è la semplice<br />

formula seguente relativa ad un triangolo: 4rRs = abc e sua è anche la scoperta che in<br />

un triangolo qualsiasi ortocentro, baricentro e circocentro, giacciono su di una<br />

medesima retta (retta di Eu<strong>le</strong>r) e che la distanza tra il primo ed il secondo è doppia di<br />

quella fra il secondo ed il terzo. Dette un notevo<strong>le</strong> contributo al teorema fondamenta<strong>le</strong><br />

dell'algebra (un'equazione di grado ennesimo ha n soluzioni, reali o comp<strong>le</strong>sse) al<br />

qua<strong>le</strong> aveva lavorato D'A<strong>le</strong>mbert e che sarà enunciato definitiva<strong>mente</strong> da Gauss (1799)<br />

. Lavorò in geometria analitica (trasformazione di coordinate, coordinate polari ed<br />

intrinseche, studio di funzioni fino al quarto grado, funzioni trascendenti ... alla luce<br />

del calcolo differenzia<strong>le</strong>) e sui triangoli sferici (rettangoli o no). Integrò molte<br />

equazioni differenziali, di tipi ed ordine diversi. Suoi sono gli integrali eu<strong>le</strong>riani (1731)<br />

, oggi noti come funzioni B e Γ). Espresse il volume del tetraedro in funzione dei suoi<br />

spigoli e dimostrò la relazione che in un poliedro <strong>le</strong>ga il numero F del<strong>le</strong> facce a quello<br />

V dei vertici e S degli spigoli (F + V = S + 2). Altri importanti contributi si ebbero<br />

<strong>nel</strong>lo studio del<strong>le</strong> serie (che egli usava troppo disinvolta<strong>mente</strong>, però), <strong>nel</strong>la teoria dei<br />

numeri, nei logaritmi dei numeri negativi, ... Notevo<strong>le</strong> è lo studio della convergenza<br />

della serie infinita dei reciproci dei quadrati dei numeri interi, un prob<strong>le</strong>ma che molti<br />

matematici avevano tentato invano di risolvere. Egli trovò:<br />

Non poteva mancare ad uno spirito così profonda<strong>mente</strong> indagatore un profondo<br />

interesse per i numeri primi. Sua è una formula empirica che molto spesso ci fornisce<br />

numeri primi:<br />

a 2 + a + 41,<br />

con a numero natura<strong>le</strong>. Se sostituiamo a con un numero natura<strong>le</strong>, otterremo spesso<br />

numeri primi (dal numero 41 2 in poi iniziano ad aversi numeri composti.). Ed altro suo<br />

grande successo in ta<strong>le</strong> campo fu la dimostrazione di una formula che Fermat aveva<br />

dato senza dimostrazione (una sorta di ma<strong>le</strong>dizione quella di Fermat). I numeri primi<br />

possono essere di due tipi: quelli equiva<strong>le</strong>nti a 4n + 1 e quelli equiva<strong>le</strong>nti a 4n - 1,<br />

dove n un numero intero qualsiasi. Il teorema di Fermat affermava che tutti i numeri<br />

del primo tipo sono sempre la somma di due quadrati (ad esempio, 29 = 2 2 + 5 2 ),<br />

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