le scienze fisiche nel settecento - fisica/mente
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IL SETTECENTO<br />
(11) Abbiamo già osservato che la filosofia della natura <strong>nel</strong> XVIII secolo si sviluppò su linee<br />
razionali. Per quanto riguarda <strong>le</strong> diverse caratterizzazioni che l’Illuminismo ebbe, c’è da<br />
osservare che: in Inghilterra esso si fondò sull’empirismo puro; in Francia sul razionalismo<br />
empirico; in Germania sul razionalismo accompagnato da ampi margini metafisici (eredità<br />
<strong>le</strong>ibniziana). In ogni caso la grande novità del secolo fu il ribaltamento del rapporto esistente<br />
tra concetti e fenomeni, “non si passa dai concetti e dai principi ai fenomeni, ma viceversa”<br />
(E.CASSIRER - La filosofia dell'illuminismo - LA NUOVA ITALIA, 1973, pagg. 23-24).<br />
(12) A.BARACCA, R. LIVI - Natura e storia: <strong>fisica</strong> e sviluppo del capitalismo <strong>nel</strong>l'0ttocento -<br />
D'ANNA, 1976, pagg. 12-13.<br />
(13) Si osservi che il modello newtoniano cui si rifacevano i francesi erano i Principia, primo<br />
esempio di <strong>fisica</strong> sottoposta ad ano spinto trattamento teorico ed analitico. Si potrebbe<br />
osservare, forse, che Newton, pur disponendo del metodo del<strong>le</strong> flussioni, usò il metodo<br />
geometrico affinché gli argomenti trattati fossero più accessibili ai suoi <strong>le</strong>ttori.<br />
(14) N.ABBAGNANO - Storia del<strong>le</strong> <strong>scienze</strong> - UTET, 1965, Vol. II, pag. 162. E’ un grosso<br />
salto che si fa e, come osserva Bellone, "La differenza che separa i lavori di Eu<strong>le</strong>r o di<br />
Lagrange da quelli di Newton è, perlomeno, altrettanto grande di quella che separa i Principia<br />
dal<strong>le</strong> ricerche degli scienziati pregali<strong>le</strong>iani". (E.BELLONE - Le <strong>le</strong>ggi del movimento da Hume a<br />
Laplace - LOESCHER, 1979, pag. 557).<br />
(15) Si osservi che ancora alla fine del secolo XVIII venivano rifiutati brevetti, anche<br />
importanti, a coloro che non avevano una cultura scientifica superiore.<br />
(16) A.ROSSI - Illuminismo e sperimentalismo <strong>nel</strong>la <strong>fisica</strong> del '700 - SAPERE 741, Ottobre<br />
1971, pag. 23. A questo proposito è interessaste <strong>le</strong>ggere un brano di Diderot, tratto dalla<br />
voce "Arte" dell'Encyclopedie, in cui risalta tutta l'illusione ottimistica degli illuministi:<br />
“La bontà del<strong>le</strong> materie prime sarà il principa<strong>le</strong> fattore della superiorità di una<br />
manifattura su un'altra, insieme con la speditezza del lavoro e con la sua perfetta<br />
esecuzione. La bontà dei materiali è questione d'attenzione, mentre la speditezza e<br />
perfezione del lavoro sono soltanto in funzione del numero degli operai impiegati,<br />
(quando una fabbrica ha numerosi operai, ciascuna fase di lavorazione occupa un<br />
uomo diverso. Un operaio ha eseguito ed eseguirà per tutta la vita una sola ed<br />
unica operazione; un altro, un’altra; perciò ognuna è compiuta bene e<br />
pronta<strong>mente</strong> e la migliore esecuzione coincide con il minimo costo.<br />
Inoltre, il gusto e la destrezza si perfezionano indubbia<strong>mente</strong> fra un gran numero<br />
d'operai, poiché è diffici<strong>le</strong> che non ve ne siano taluni capaci di rif<strong>le</strong>ttere, combinare<br />
e scoprire infine il solo modo che consenta loro di superare i compagni; ossia come<br />
risparmiare il materia<strong>le</strong>, guadagnar tempo, o far progredire l’industria, sia con<br />
una nuova macchina, sia con una manovra più comoda”.<br />
Cento anni più tardi K. Marx teorizzerà invece il ruolo antagonista che la classe degli<br />
operai esercita nei confronti della borghesia, proprietaria dei mezzi di produzione,<br />
Si osservi che già alla fine del secolo vi furono, ad esempio in Inghilterra, dei massicci<br />
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