le scienze fisiche nel settecento - fisica/mente
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IL SETTECENTO<br />
libertà degli uomini di cultura in una corte, quella tedesca, in cui nessuno aveva osato<br />
parlare in difesa di Koenig.<br />
Ho poco fa fatto una rapida rassegna degli infiniti contributi di Eu<strong>le</strong>r alla<br />
matematica. E' appena il caso dire che i lavori di Eu<strong>le</strong>r decretarono il trionfo del<br />
calcolo di Leibniz rispetto al metodo del<strong>le</strong> flussioni di Newton. Sul fronte fisico,<br />
invece, Eu<strong>le</strong>r si schiera con Newton. In particolare aderisce al<strong>le</strong> idee di spazio e tempo<br />
dei Principia di Newton. Le sue idee in proposito <strong>le</strong> troviamo <strong>nel</strong>la citata Mechanica<br />
sive Motus Scientia analytice exposita del 1736, <strong>nel</strong><strong>le</strong> Réf<strong>le</strong>xions sur l'espace et <strong>le</strong><br />
temps del 1748 e <strong>nel</strong>la Theoria motus corporum solidorum seu rigidorum ex primis<br />
nostrae cognitionis principiis stabilita et ad omnes motus qui in huiusmodi corpora<br />
cadere possunt accomodata del 1765. Vi è però una profonda e fondamenta<strong>le</strong> novità<br />
che distingue questa sua adesione da quel<strong>le</strong> di Cotes, Clarke e Newton medesimo. Non<br />
vi sono in Eu<strong>le</strong>r adesioni con qualche implicazione teologica, egli rimane sempre in un<br />
ambito sola<strong>mente</strong> scientifico e, più in genera<strong>le</strong>, la sua posizione riguarda anche la<br />
filosofia che, a suo giudizio, non può entrare ad indirizzare la scienza, soprattutto se<br />
non la conosce. Il filosofo deve quindi comprendere il significato della scienza,<br />
analizzarne i fondamenti e solo dopo questo processo può cercare di dire quali sono <strong>le</strong><br />
cose che suggerisce al pensiero. In queste considerazioni c'è la sua adesione allo spazio<br />
e tempo assoluti. Questi concetti funzionano in un edificio molto solido che è la<br />
meccanica e, di conseguenza, non possono essere solo del<strong>le</strong> astrazioni del pensiero:<br />
E' invero evidente<strong>mente</strong> assurdo affermare che del<strong>le</strong> pure invenzioni<br />
possano servire di fondamento ai principî reali della meccanica. [...]<br />
E' impossibi<strong>le</strong> affermare che il primo principio della meccanica sia fondato<br />
su qualcosa che esiste solo <strong>nel</strong>la nostra immaginazione. Perciò dobbiamo<br />
necessaria<strong>mente</strong> concludere che l'idea matematica del luogo non è<br />
immaginaria, e che, al contrario, esiste <strong>nel</strong>l'universo qualcosa di rea<strong>le</strong> che<br />
corrisponde a ta<strong>le</strong> idea. Nel mondo, dunque, oltre ai corpi che lo<br />
costituiscono sussiste una qualche realtà che noi ci rappresentiamo con<br />
l'idea di luogo [Réf<strong>le</strong>xions sur l'espace et <strong>le</strong> temps].<br />
Il luogo è qualcosa che non dipende dai corpi, pur non essendo un semplice<br />
concetto dell'intel<strong>le</strong>tto. Non voglio però tentare di determinare qua<strong>le</strong> realtà<br />
esso possegga all'infuori dell'intel<strong>le</strong>tto, per quanto si debba pure<br />
riconoscere ad esso una qualche specie di realtà. Quando per contro i<br />
filosofi dividono in determinate classi tutto ciò che è rea<strong>le</strong>, e dimostrano<br />
che il luogo non appartiene ad alcuna di esse, io sono indotto a credere che<br />
tali classi siano state stabilite in modo ingiustificato, per mancanza di<br />
un'analisi approfondita [Theoria motus corporum ...].<br />
Cassirer commenta questa posizione in modo definitivo: è l'emancipazione della<br />
matematica che da ora vivrà di vita propria e non si lascerà più guidare da indirizzi od<br />
interessi estranei. Comincia a delinearsi un'idea di spazio libero da <strong>le</strong>gami metafisici e<br />
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