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le scienze fisiche nel settecento - fisica/mente

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IL SETTECENTO<br />

2) L'uomo 'illuminato' ha il dovere di difendere la cultura. Occorre che i<br />

filosofi naturali, essi stessi, facciano i divulgatori dello spirito scientifico.<br />

L'operazione di divulgazione porta con sé il superamento del<strong>le</strong> vecchie<br />

credenze che sono ancora alla base della diffusione, e quindi del potere,<br />

della religione. (6)<br />

3) La condizione umana può essere radical<strong>mente</strong> migliorata proprio<br />

dall'abbattimento di miti, pregiudizi, superstizioni. L'uomo che si è<br />

impadronito dello spirito scientifico può progredire.<br />

Questa grande fiducia <strong>nel</strong><strong>le</strong> possibilità dell'uomo nasceva certa<strong>mente</strong> dai grandi<br />

successi che, <strong>nel</strong> secolo precedente, la filosofia natura<strong>le</strong> aveva conseguito. Ed il<br />

massimo sintetizzatore di quei successi e di quella filosofia natura<strong>le</strong> era proprio<br />

Newton che ora si ergeva a modello da imitare.<br />

Con l'uso dei metodi scientifici indicati da Newton sarebbe stato possibi<strong>le</strong><br />

sbarazzarsi dei residui scolastici e metafisici presenti in Descartes ed in Leibniz.<br />

D'altra parte <strong>le</strong> filosofie cartesiana e <strong>le</strong>ibniziana rispondevano bene agli interessi di chi<br />

manteneva vecchi privi<strong>le</strong>gi e pertanto, da questi ultimi, erano state accettate e rese<br />

funzionali al loro sistema di potere. La lotta quindi contro il cartesianesimo ed il<br />

<strong>le</strong>ibnizianesimo, per l'affermazione della filosofia di Newton, aveva in sé una grande<br />

carica rivoluzionaria e si configurava come lotta di potere con l’illusione che, di per sé,<br />

l'affermazione del newtonianesimo avrebbe comportato quella di nuove classi sociali<br />

(la borghesia). (7)<br />

Fu certa<strong>mente</strong> il grande impegno di un uomo come Voltaire (1694-1778) che<br />

riuscì a far conoscere (8) al grande pubblico francese l’opera di Newton. (9)<br />

Furono poi i lavori di Condillac, Helvetius, Diderot, D’A<strong>le</strong>mbert e molti altri fino<br />

a Laplace che imposero la filosofia di Newton <strong>nel</strong> continente. Ma questo passaggio<br />

dall’Inghilterra al resto d’Europa avverrà con notevoli cambiamenti della stessa. Pur<br />

mantenendo formal<strong>mente</strong> l’azione a distanza si introdurranno modelli fluidistici<br />

(calore, e<strong>le</strong>ttricità, magnetismo) che di fatto hanno bisogno di una trattazione ‘a<br />

contatto’; <strong>le</strong> forze, che nonostante tutto risultano oscure e vaghe, non sono più<br />

considerate come cause di acce<strong>le</strong>razioni ma come ‘semplici variabili del<strong>le</strong> equazioni<br />

differenziali che ne formulano <strong>le</strong> condizioni di equilibrio e di conservazione’; l’etere,<br />

che per Newton assolveva un ruolo importante, viene piano piano accantonato; lo<br />

spazio ed il tempo perdono il loro ruolo centra<strong>le</strong> diventando meri e<strong>le</strong>menti di calcolo;<br />

<strong>le</strong> equazioni del moto si vanno sempre più configurando come ristrutturazione e non<br />

come ampliamento del<strong>le</strong> premesse newtoniane; Dio scompare <strong>nel</strong>la spiegazione e <strong>nel</strong><br />

sostegno del mondo. (10)<br />

Dunque il movimento illuminista, in Francia, si staccò sempre più radical<strong>mente</strong><br />

dal razionalismo aprioristico di tipo cartesiano per abbracciare un nuovo tipo di<br />

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