le scienze fisiche nel settecento - fisica/mente
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IL SETTECENTO<br />
razionalismo fondato su fatti empirici (11) . In definitiva si lavora sempre più per<br />
risolvere prob<strong>le</strong>mi concreti piuttosto che occuparsi di concezioni del mondo. Le<br />
questioni tecniche, <strong>nel</strong> secolo precedente affidate in gran parte alla pratica del lavoro<br />
artigiana<strong>le</strong>, vengono sempre più sottomesse a trattamento teorico e questo fatto<br />
comporterà un progressivo avvicinamento tra scienza e tecnica (anche se per tutto il<br />
XVIII secolo almeno, sarà la tecnica ad avere il primato del<strong>le</strong> conquiste più originali e<br />
feconde). Anche qui con i dovuti distinguo. Mentre infatti in Inghilterra, ancora per<br />
lungo tempo, il fatto tecnico potrà evolvere autonoma<strong>mente</strong> e con grande e<br />
riconosciuta dignità come conseguenza della scelta, fatta dalla cultura ing<strong>le</strong>se, di<br />
prendere a modello lo sperimentalismo del’”0ptics” di Newton per avvicinarsi alla<br />
comprensione dei fenomeni, ben altrimenti <strong>le</strong> cose si svolgeranno in Francia. In questo<br />
paese il modello metodologico cui i filosofi della natura si ispirano è quello<br />
matematico dei “Principia” e, non a caso proprio in Francia, la Meccanica diventerà<br />
Meccanica Raziona<strong>le</strong>, Meccanica cioè che partendo dal fatto concreto, <strong>nel</strong> suo<br />
svolgersi, sempre più perde di vista il punto di partenza per passare ad elaborazioni in<br />
cui la matematica assume un ruolo determinante e che sempre di più usa metodi propri<br />
della matematica stessa. Si lavora per fornire alla Meccanica una validità scientifica<br />
che non dipenda più dal<strong>le</strong> semplici osservazioni empiriche.<br />
Si tratta di ricavare tutti i fenomeni e tutte <strong>le</strong> <strong>le</strong>ggi da alcuni principi molto<br />
generali. All'interno poi dei processi di elaborazione matematica dei lavori di Newton<br />
che, come abbiamo già accennato, trascendono l'opera stessa del nostro per<br />
configurarsi come ristrutturazione piuttosto che come generalizzazione di quest'opera,<br />
scaturiranno fatti nuovi come conseguenza della mera formalizzazione della teoria. La<br />
matematica non può qui, in alcun modo, essere considerata come puro e semplice<br />
strumento tecnico, come linguaggio che descrive fatti già noti, ma, al contrario, come<br />
qualcosa che, partendo dalla descrizione dei fenomeni, è in grado di predirne degli altri<br />
al suo interno. Sempre più quindi la matematica diventerà indispensabi<strong>le</strong> per<br />
comprendere <strong>le</strong> tematiche in discussione e per poterne discutere con cognizione. Ed il<br />
filosofo che si sente sfuggire l’immediata <strong>le</strong>ttura di un fatto natura<strong>le</strong> a causa del suo<br />
occultamento in equazioni via via più comp<strong>le</strong>sse, non potrà far altro che richiamarsi<br />
alla realtà che lui conosce, quella che i sensi gli sottopongono (ad esempio: Berke<strong>le</strong>y).<br />
La potenza della matematica, <strong>nel</strong>l’interpretazione e <strong>nel</strong>la predizione di nuovi<br />
fenomeni, era molto chiara agli addetti ai lavori dell’epoca e non a caso insisteranno<br />
molto sulla sua insostituibilità scienziati come Daniel Bernouilli (1700-1782) e J.<br />
Fourier (1768-1850) e filosofi come I. Kant (1724- -1604). E questa potenza risulta<br />
tutta <strong>nel</strong>la meccanica raziona<strong>le</strong> ed analitica.<br />
La ‘meccanica raziona<strong>le</strong>’ è "una scienza che studia rigorosa<strong>mente</strong> (a partire da un<br />
ristretto numero di <strong>le</strong>ggi generali - n.d.r.) i sistemi meccanici perfetti, macchine ideali<br />
senza attriti, sul modello della ‘macchina ce<strong>le</strong>ste’, retta da forze agenti a distanza<br />
lungo la congiungente con intensità [inversa<strong>mente</strong>] proporziona<strong>le</strong> al quadrato della<br />
distanza." (11) E quindi, in nome del meccanicismo newtoniano, Lagrange (1736-1813)<br />
potrà affermare (12) <strong>nel</strong>la prefazione della sua Meccanica Analitica (1788):<br />
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