le scienze fisiche nel settecento - fisica/mente
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IL SETTECENTO<br />
vicino alla concezione di Kant. Attenzione che il passaggio è, in tutte <strong>le</strong> sue<br />
articolazioni, di estrema importanza. Tralascio <strong>le</strong> conseguenze di quello sciocchino,<br />
non a caso filosofo, di Comte per soffermarmi sulla novità che deve essere presente a<br />
tutti coloro che hanno seguito fin qui quanto vado scrivendo di storia del pensiero<br />
scientifico. Sparisce Dio all'interno del mondo, Lo scienziato può essere o meno<br />
credente ma non è più bigotto. Sa distinguere tra la sua posizione di fede dalla scienza<br />
che della fede non solo non ha bisogno ma deve sbarazzarsi per poter tranquilla<strong>mente</strong><br />
elaborare. Il pregiudizio è cosa uti<strong>le</strong> perché indirizza la ricerca ma quello metafisico è<br />
la morte della libera ricerca scientifica.<br />
Ma torniamo ai contributi di Eu<strong>le</strong>r alla meccanica, alla trasformazione della<br />
trattazione geometrica newtoniana a quella fondata sul calcolo differenzia<strong>le</strong>. Le cose<br />
più notevoli, come accennato, si ritrovano <strong>nel</strong>la Mechanica ... del 1736 che è una sorta<br />
di programma eu<strong>le</strong>riano. Fu Eu<strong>le</strong>r che riuscì a formulare diversa<strong>mente</strong> alcuni prob<strong>le</strong>mi<br />
che avevano affrontato Huygens e Jacob Bernouilli, lavorando in modo da farli<br />
diventare un corollario del<strong>le</strong> tre <strong>le</strong>ggi fondamentali della dinamica. Con D'Agostino, si<br />
deve riconoscere che ci troviamo di fronte non ad una bana<strong>le</strong> prosecuzione dell'opera<br />
di Newton ma alla fondazione di un approccio alternativo alla meccanica.<br />
Il programma di Eu<strong>le</strong>r è ben delineato proprio in questa sua Mechanica, sive<br />
motus scientia analytice exposita che, mediante assiomi, definizioni e deduzioni<br />
logiche fa della meccanica una meccanica raziona<strong>le</strong> o meglio una meccanica analitica.<br />
L'inizio pare innocuo ed è centrato sulla non chiara definizione che Newton fornisce di<br />
corpo. Eu<strong>le</strong>r osservò che gli enunciati di Newton sono corretti in senso lato solo<br />
quando si applicano a masse concentrate in un punto ed allo scopo introdusse il<br />
concetto di massa puntua<strong>le</strong>. Passò poi a studiare l'acce<strong>le</strong>razione come una grandezza<br />
cinematica definita <strong>nel</strong> movimento lungo una curva qualsiasi. Introdusse poi il<br />
concetto di vettore <strong>nel</strong>lo studio di forze, velocità, acce<strong>le</strong>razioni, ed altre innumerevoli<br />
grandezze. Studiò sistematica<strong>mente</strong> il moto in tre dimensioni con riferimento esplicito<br />
a masse puntuali. Scompose <strong>le</strong> acce<strong>le</strong>razioni (ed anche <strong>le</strong> forze) secondo componenti<br />
predeterminate in moti con traiettorie curvilinee. Vi è quindi l'estensione di questi<br />
primi parziali risultati di meccanica raziona<strong>le</strong> alla meccanica dei mezzi continui<br />
applicabi<strong>le</strong> ai più vari tipi di sistemi: corpi infinita<strong>mente</strong> piccoli; corpi rigidi finiti;<br />
corpi f<strong>le</strong>ssibili; corpi che si estendono e si contraggono; corpi interagenti; fluidi. In ta<strong>le</strong><br />
lavoro diventava indispensabi<strong>le</strong> dare una definizione più precisa della massa che, come<br />
abbiamo visto in Newton, è all'inizio dello sviluppo della dinamica. Eu<strong>le</strong>r passa dal<br />
concetto newtoniano di vis inertiae ad una mera costante di proporzionalità tra forza ed<br />
acce<strong>le</strong>razione, un coefficiente numerico caratteristico degli oggetti che si studiano in<br />
<strong>fisica</strong>. E' un salto logico importantissimo che ci avvicina alla modernità e che è in<br />
accordo con il riconoscimento di Eu<strong>le</strong>r della forza a fondamento della dinamica.<br />
Eu<strong>le</strong>r enuncia il principio d'inerzia come conseguenza del principio di ragion<br />
sufficiente:<br />
Non vi è alcuna ragione per cui un corpo debba muoversi in questa<br />
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