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Le linee guida per la contabilizzazione delle riduzione di CO2 degli ...

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12 Gruppo <strong>di</strong> Lavoro “Agende 21 Locali <strong>per</strong> Kyoto”<br />

tra generazioni imponga interventi imme<strong>di</strong>ati, non tanto e non solo <strong>per</strong> salvaguardare il futuro remoto del<br />

pianeta, bensì l'avvenire <strong>di</strong> figli e nipoti.<br />

Il principio del<strong>la</strong> responsabilità comune ma <strong>di</strong>fferenziata tra gli Stati si fonda sul<strong>la</strong> consapevolezza che le<br />

economie nazionali, nel corso del<strong>la</strong> storia a partire dal 18° secolo, hanno contribuito e contribuiscono<br />

tutt'ora in modo <strong>di</strong>fferente alle emissioni <strong>di</strong> gas serra in atmosfera. Proprio <strong>per</strong> questo <strong>la</strong> Convenzione ha<br />

sud<strong>di</strong>viso le nazioni in tre gruppi. L'Annex 1 contiene i paesi dell'Ocse, ovvero più industrializzati, e i paesi<br />

dell'est europeo, dalle economie in transizione, <strong>per</strong> un totale <strong>di</strong> 41 stati. Nell'Annex 2 sono menzionati i 24<br />

paesi più industrializzati del mondo, compresa l'Unione europea come organizzazione intergovernativa.<br />

Infine dei paesi "non annex 1" fanno parte i 148 stati considerati in via <strong>di</strong> sviluppo. I paesi dell'Annex 1<br />

hanno l'obbligo <strong>di</strong> assumere un ruolo <strong>guida</strong> <strong>per</strong> mo<strong>di</strong>ficare gli andamenti tendenziali <strong>delle</strong> emissioni <strong>di</strong> gas<br />

serra adottando, in modo singolo o congiunto, specifiche politiche. I soli paesi industrializzati, ovvero i<br />

Paesi dell'Annex 2, hanno anche l'obbligo <strong>di</strong> assistere finanziariamente i paesi in via <strong>di</strong> sviluppo<br />

nell'affrontare i maggiori costi <strong>per</strong> le loro economie.<br />

Il principio <strong>di</strong> precauzione si riferisce al fatto che all'attuale stato <strong>delle</strong> conoscenze scientifiche il rischio<br />

del cambiamento climatico non è esattamente quantificabile. Tale incertezza, tuttavia, non può giustificare<br />

<strong>la</strong> mancata assunzione <strong>di</strong> decisioni che potrebbero essere determinanti <strong>per</strong> <strong>la</strong> sopravvivenza dell'umanità.<br />

Per questo motivo <strong>la</strong> Convenzione sostiene che "l'incertezza <strong>delle</strong> conoscenze scientifiche non può essere<br />

usata come scusa <strong>per</strong> posticipare azioni e interventi quando esiste comunque <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> un danno<br />

irreversibile sul breve, ma soprattutto sul lungo <strong>per</strong>iodo". La Convenzione applica il principio <strong>di</strong><br />

precauzione del rischio aggiuntivo che l'umanità corre a causa dei cambiamenti climatici considerando il<br />

problema sia "a monte" che "a valle" del rischio stesso. Nel primo caso si par<strong>la</strong> <strong>di</strong> "mitigazione", ovvero<br />

dell'insieme <strong>delle</strong> politiche finalizzate a rimuovere le cause antropiche del riscaldamento atmosferico e<br />

quin<strong>di</strong> a ridurre le emissioni dei gas serra; nel secondo caso ci si riferisce invece alle strategie <strong>di</strong><br />

"adattamento", ovvero agli interventi <strong>per</strong> ridurre <strong>la</strong> vulnerabilità ambientale e socio-economica del<br />

territorio e <strong>per</strong> cogliere le eventuali opportunità dovute al mutamento <strong>di</strong> prospettiva (<strong>per</strong> esempio<br />

l'aumento <strong>di</strong> tem<strong>per</strong>atura in zone molto fredde può creare con<strong>di</strong>zioni più favorevoli <strong>per</strong> l'agricoltura).<br />

Di converso, l'impegno del<strong>la</strong> comunità scientifica è ormai orientato anche al<strong>la</strong> quantificazione sia del<br />

rischio che del danno, come abbiamo visto nel rapporto IPCC del 2007. Nell'ottobre del 2006 sono stati<br />

inoltre resi noti i risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o commissionato dal governo B<strong>la</strong>ir a uno dei suoi consiglieri,<br />

l'economista Nicho<strong>la</strong>s Stern, già <strong>di</strong>rigente del<strong>la</strong> Banca mon<strong>di</strong>ale. Tale rapporto ha evidenziato come il<br />

costo dei cambiamenti climatici possa approssimarsi in 5,5 trilioni <strong>di</strong> euro entro il 2100, qualora gli Stati<br />

non ritengano opportuno stanziare <strong>per</strong> interventi <strong>di</strong> mitigazione almeno l'1% del PIL globale. Questo<br />

significa che il costo <strong>delle</strong> mancate azioni da intraprendere nell'imme<strong>di</strong>ato futuro potrebbe ammontare a<br />

circa il 20% del PIL entro <strong>la</strong> fine del secolo. Lo scopo del<strong>la</strong> Convenzione, che l'Italia ha ratificato con <strong>la</strong><br />

legge 65/94, è quello <strong>di</strong> raggiungere <strong>la</strong> stabilizzazione <strong>delle</strong> emissioni in atmosfera, ovvero ridurre le<br />

emissioni dei gas serra <strong>per</strong> evitare l'aumento del<strong>la</strong> loro concentrazione. Il livello <strong>di</strong> stabilizzazione <strong>di</strong>pende,<br />

oltre che dal<strong>la</strong> quantità <strong>delle</strong> nuove emissioni, anche dal<strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> assorbimento <strong>degli</strong> oceani e del<strong>la</strong><br />

geosfera, che attualmente è <strong>di</strong> circa il 40%. Per stabilizzare il livello <strong>di</strong> anidride carbonica al valore attuale<br />

<strong>di</strong> 380 parti <strong>per</strong> milione dovremmo dunque tagliare imme<strong>di</strong>atamente le emissioni del 60%. Dal momento<br />

che ciò è irrealistico, l'oggetto <strong>delle</strong> trattative internazionali in sede ONU è stato, e in parte lo è tuttora, il<br />

"punto <strong>di</strong> pareggio" in re<strong>la</strong>zione al tempo <strong>di</strong> intervento. È chiaro che più si allunga il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> azione, più<br />

aumenta <strong>la</strong> concentrazione dei gas atmosferici e quin<strong>di</strong> si innalza il livello dell'ipotetica stabilizzazione, e<br />

maggiori saranno i danni dovuti ad alluvioni, siccità, tifoni, innalzamento del livello dei mari, nuove<br />

ma<strong>la</strong>ttie, e altro ancora. L'UNFCCC, che è appunto solo una normativa "quadro", non si è occupata <strong>di</strong><br />

quantificare il fenomeno dei cambiamenti climatici, né tanto meno <strong>di</strong> definire i valori limite, demandando<br />

queste informazioni, e i re<strong>la</strong>tivi accor<strong>di</strong> internazionali, ai successivi protocolli attuativi. Essa impegnava<br />

comunque i paesi aderenti (che oggi sono 189), principalmente a:<br />

inventariare le emissioni <strong>di</strong> gas serra non <strong>di</strong>sciplinati dal<strong>la</strong> Convenzione <strong>di</strong> Montreal <strong>per</strong> <strong>la</strong> protezione<br />

dell'ozono stratosferico;<br />

formu<strong>la</strong>re programmi nazionali e regionali <strong>di</strong> <strong>riduzione</strong> <strong>delle</strong> emissioni;<br />

promuovere il trasferimento <strong>di</strong> tecnologie pulite dai paesi industrializzati a quelli in via <strong>di</strong> sviluppo;<br />

salvaguardare le foreste come bacini <strong>di</strong> assorbimento (sink);<br />

<strong>di</strong>ffondere informazione, conoscenza e promuovere <strong>la</strong> ricerca sul fenomeno dei cambiamenti climatici.

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