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Le linee guida per la contabilizzazione delle riduzione di CO2 degli ...

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Verso Copenhagen: <strong>linee</strong> <strong>guida</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>contabilizzazione</strong> <strong>delle</strong> riduzioni <strong>di</strong> <strong>CO2</strong> <strong>degli</strong> enti locali 15<br />

Il futuro del Protocollo <strong>di</strong> Kyoto<br />

A quattro anni dall’entrata in vigore del Protocollo è possibile fare un primo bi<strong>la</strong>ncio dell’efficacia <strong>delle</strong><br />

misure adottate. La situazione o<strong>di</strong>erna mostra un aumento <strong>delle</strong> emissioni e <strong>delle</strong> concentrazioni <strong>di</strong> <strong>CO2</strong> in<br />

atmosfera. Nel 1990 <strong>la</strong> concentrazione misurata <strong>di</strong> <strong>CO2</strong> in atmosfera cresceva <strong>di</strong> 1,5 ppm all’anno, nel 2007<br />

<strong>la</strong> crescita è salita a 2,2 ppm all’anno. La concentrazione <strong>di</strong> <strong>CO2</strong> ha raggiunto 383 ppm, <strong>la</strong> più alta mai<br />

misurata dall’era preindustriale, quando si attestava a circa 280 ppm.<br />

Il IV Rapporto dell’IPCC (2007) in<strong>di</strong>ca che, <strong>per</strong> contenere <strong>la</strong> variazione del<strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura me<strong>di</strong>a globale<br />

entro i due gra<strong>di</strong> centigra<strong>di</strong> (variazione che produrrà effetti significativi ma sostenibili) occorre che <strong>la</strong><br />

concentrazione <strong>di</strong> gas serra si stabilizzi al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> 450 ppm.<br />

Per fare questo sarà quin<strong>di</strong> necessario, ponendo come limite il 2050, ridurre le emissioni mon<strong>di</strong>ali del 60-<br />

80 % rispetto ai livelli del 2005. Questo obiettivo tradotto al 2020 (l’orizzonte temporale del nuovo Trattato<br />

<strong>per</strong> il clima post Kyoto) comporta una <strong>riduzione</strong> <strong>di</strong> emissioni globali almeno del 20% e quin<strong>di</strong> un nuovo<br />

obiettivo maggiorato <strong>per</strong> i Paesi più industrializzati, che dovrebbero raggiungere circa il 30% (che è<br />

appunto <strong>la</strong> proposta che <strong>la</strong> UE porterà a Copenhagen, impegnandosi, anche nel caso <strong>di</strong> mancato accordo,<br />

a ridurre le proprie emissioni almeno del 20%).<br />

Se si può par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> insuccesso <strong>per</strong> il Protocollo <strong>di</strong> Kyoto questo è dovuto principalmente al<strong>la</strong> debolezza<br />

del<strong>la</strong> governance dell’ambiente globale (<strong>la</strong> mancanza <strong>di</strong> sistemi o<strong>per</strong>ativi e <strong>di</strong> controllo efficienti a mettere<br />

in atto le proposte), al<strong>la</strong> mancata adesione <strong>degli</strong> Stati Uniti al Protocollo (essi generano infatti attualmente<br />

il 44% <strong>delle</strong> emissioni <strong>di</strong> <strong>CO2</strong> e il 20% <strong>delle</strong> emissioni mon<strong>di</strong>ali) ed in ultimo all’esponenziale aumento <strong>delle</strong><br />

emissioni dei Paesi <strong>di</strong> nuova industrializzazione (<strong>per</strong> questa ragione esclusi originariamente dal Protocollo).<br />

Un progetto ancora più ambizioso è quello che vede il proseguimento <strong>di</strong> Kyoto nel lungimirante e<br />

necessario obiettivo <strong>di</strong> abbassare ulteriormente le emissioni. Si è tenuta nello scorso <strong>di</strong>cembre a Poznan in<br />

Polonia <strong>la</strong> quattor<strong>di</strong>cesima conferenza del<strong>la</strong> UNFCCC sul clima che si è conclusa con <strong>la</strong> fissazione <strong>di</strong> un<br />

calendario in vista del summit <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2009 a Copenhagen. Gli Stati firmatari del<strong>la</strong> Convenzione sui<br />

cambiamenti climatici hanno adottato una 'road map'- un calendario e un programma <strong>di</strong> negoziati che<br />

vedrà appunto il suo culmine nel summit del prossimo <strong>di</strong>cembre.<br />

La Direttiva 2003/87/CE EU ETS: <strong>la</strong> risposta Europea al Protocollo <strong>di</strong> Kyoto<br />

La principale misura adottata dall’Unione Europea <strong>per</strong> adempiere agli impegni presi ratificando il<br />

Protocollo <strong>di</strong> Kyoto è <strong>la</strong> Direttiva 2003/87/CE sull’Emission Tra<strong>di</strong>ng Scheme (ETS), che istituisce a livello<br />

comunitario un sistema <strong>per</strong> lo scambio <strong>di</strong> quote <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> <strong>CO2</strong>, denominate EUA (EU Allowances,<br />

<strong>per</strong>messi <strong>di</strong> emissione). L’EU ETS assegna emissioni <strong>di</strong> <strong>CO2</strong> a circa 12.000 impianti in tutta Europa, e include<br />

i seguenti settori industriali: termoelettrico, raffinazione, acciaio, carta, vetro, cemento, ceramica, calce,<br />

<strong>la</strong>terizi.<br />

<strong>Le</strong> emissioni verificate da parte terza devono essere restituite dall’o<strong>per</strong>atore ogni anno. Il primo <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong><br />

applicazione del<strong>la</strong> Direttiva è stato il triennio 2005-2007, mentre il secondo - coincidente con il <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong><br />

applicazione del Protocollo <strong>di</strong> Kyoto - copre il quinquennio 2008-2012. La Direttiva è stata approvata il 13<br />

ottobre 2003 dal Consiglio e dal Par<strong>la</strong>mento europeo ed è stata recepita a livello nazionale con il decreto<br />

legis<strong>la</strong>tivo 4 aprile 2006, n. 216.<br />

L’EU ETS ha come obiettivo quello <strong>di</strong> creare un mercato <strong>delle</strong> quote a livello comunitario sul<strong>la</strong> base<br />

dell’idea che le emissioni vengono ridotte dove è più conveniente. La <strong>di</strong>rettiva europea 2003/87/CE<br />

istituisce a questo fine il sistema europeo <strong>di</strong> scambio dei <strong>per</strong>messi <strong>di</strong> emissione dei gas-serra attraverso:<br />

l’assegnazione <strong>di</strong> quote <strong>di</strong> <strong>per</strong>messi <strong>di</strong> emissione a tutti gli impianti appartenenti alle categorie<br />

elencate nell’Allegato I del<strong>la</strong> <strong>di</strong>rettiva attraverso Piani Nazionali <strong>di</strong> Assegnazione;<br />

<strong>la</strong> possibilità, <strong>per</strong> tutti gli impianti aderenti al sistema, <strong>di</strong> scambiare quote <strong>di</strong> <strong>per</strong>messi <strong>di</strong> emissione<br />

con altri impianti aderenti al sistema e <strong>di</strong> utilizzare cre<strong>di</strong>ti derivanti da progetti Joint Implementation-JI<br />

e Clean Development Mechanism-CDM (Direttiva “linking” 2004/101/CE);<br />

l’istituzione <strong>di</strong> registri nazionali coor<strong>di</strong>nati a livello europeo <strong>per</strong> lo scambio <strong>di</strong> quote <strong>di</strong> <strong>per</strong>messi <strong>di</strong><br />

emissione.

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