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Versione .pdf - Consiglio regionale del Piemonte

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Maccanti, i Comuni al centro <strong>del</strong> sistema<br />

“I Comuni sono al centro <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong>le autonomie<br />

locali. Il Comune è il punto di riferimento dei cittadini,<br />

il livello di governo più vicino alle istanze <strong>del</strong>la popolazione,<br />

che trae profonda legittimità dall’elezione diretta.<br />

I Comuni, e a maggior ragione quelli piccoli o situati<br />

nelle aree marginali, rappresentano un indispensabile<br />

presidio <strong>del</strong> territorio e dunque devono essere posti al<br />

centro <strong>del</strong>l’azione di governo. Il disegno di legge di riordino<br />

<strong>del</strong>le autonomie locali parte proprio da qui e<br />

dall’ascolto degli amministratori in un lungo tour che<br />

mi ha portata in tutto il <strong>Piemonte</strong> per elaborare un disima<br />

area omogenea, l’appartenenza alla medesima<br />

Provincia, il rispetto dei limiti minimi geografici di<br />

3mila abitanti per l’area montana e collinare e 5mila<br />

abitanti per l’area di pianura. Per l’esercizio in forma<br />

associata <strong>del</strong>la funzione socio-assistenziale sono previsti<br />

limiti minimi più ampi: 15mila abitanti per l’area<br />

montana e collinare, 20mila per l’area di pianura. Per<br />

quanto riguarda le Comunità montane, da enti locali<br />

con funzioni proprie potranno trasformarsi, su precisa<br />

scelta dei Comuni, in Unioni montane di Comuni:<br />

queste eserciteranno, su <strong>del</strong>ega dei Comuni stessi, le<br />

funzioni obbligatorie e anche quelle specificatamente<br />

relative alla montagna.<br />

Il ddl prevede inoltre contributi per la gestione associata<br />

<strong>del</strong>le funzioni; promuove un supporto tecnico<br />

organizzativo alle forme associative e interventi di formazione<br />

per amministratori e dipendenti di enti locali.<br />

Sullo stesso tema in Commissione si sta discutendo<br />

anche la proposta di legge presentata dal Pd, (primo<br />

firmatario il capogruppo Aldo Reschigna). Il provvedimento<br />

individua come forme <strong>del</strong>la gestione associata<br />

l’Unione, la Convenzione e il Consorzio. Sono<br />

fissati i criteri che le aggregazioni comunali devono<br />

soddisfare, ovvero contiguità, omogeneità territoriale<br />

e rilevanza <strong>del</strong>le reti di relazione. È indicato il limite<br />

di 10mila abitanti per l’aggregazione dei Comuni<br />

nella gestione associata <strong>del</strong>le funzioni fondamentali,<br />

prevedendo però procedure flessibili per le aree a<br />

forte dispersione. È invece previsto il limite di 70mila<br />

abitanti per la gestione di servizi socioassistenziali,<br />

anche in questo caso con deroghe di ambiti inferiori<br />

per territori a forte dispersione. Si istituisce il registro<br />

<strong>regionale</strong> <strong>del</strong>le forme di gestione e si prevedono infine<br />

incentivi per la gestione associata, premiando in<br />

particolare le scelte di maggiore integrazione.<br />

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