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Versione .pdf - Consiglio regionale del Piemonte

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Affrontare<br />

l’emergenza<br />

il presidente Roberto Cota con<br />

Il Capo Dipartimento <strong>del</strong>la Protezione civile Franco Gabrielli<br />

3 novembre 2011. A fronte <strong>del</strong> netto peggioramento<br />

<strong>del</strong>le precipitazioni che da giorni stanno interessando<br />

il <strong>Piemonte</strong>, il Centro <strong>regionale</strong> <strong>del</strong>la Protezione civile<br />

di corso Marche a Torino decide di aprire dal giorno<br />

dopo, 24 ore su 24, la propria sala operativa, per<br />

coordinare gli interventi <strong>del</strong>le varie componenti <strong>del</strong><br />

sistema. È allerta. Criticità 2 (moderata), che in breve<br />

tempo in molte zone si trasformerà in 3 (elevata),<br />

soprattutto in seguito all’ingrossamento dei fiumi.Il 4<br />

mattina sono già 1.300 i volontari dei coordinamenti<br />

provinciali di Protezione civile e <strong>del</strong> Corpo Aib (Anti<br />

incendi boschivi), al lavoro, con 300 mezzi, per eseguire<br />

le azioni di monitoraggio e di posa <strong>del</strong>le attrezzature,<br />

per poi passare, nei casi più gravi, al pompaggio<br />

<strong>del</strong>l’acqua e all’elevazione di barriere provvisionali<br />

anti-inondazioni. Alla fine <strong>del</strong>l’emergenza, dichiarata<br />

la sera <strong>del</strong>l’8, dopo 109 ore ininterrotte di servizio,<br />

il totale dei volontari impegnati sarà salito a 1.700 e<br />

quello dei mezzi a 500. Evacuazione di oltre 800 persone<br />

dalle zone più a rischio, esondazioni e smottamenti<br />

in 150 Comuni, il crollo di un ponte a Torre Pellice:<br />

molteplici e ingenti i danni causati dall’evento, che<br />

fortunatamente non ha provocato nessuna vittima.<br />

“Sono stati momenti drammatici - racconta l’assessore<br />

all’Ambiente e Protezione civile Roberto Ravello,<br />

che con il presidente Roberto Cota ha costantemente<br />

seguito l’evolversi <strong>del</strong>la vicenda e ha partecipato al coordinamento<br />

degli interventi presso la sala operativa<br />

di corso Marche - dove il peggio è stato evitato grazie<br />

sia alle azioni di difesa <strong>del</strong> territorio attuate nel corso<br />

degli anni, sia soprattutto all’efficienza e alla capacità<br />

raggiunta dal nostro sistema di Protezione civile e in<br />

particolare all’impegno e all’abnegazione di tutti i volontari<br />

e dei diversi attori <strong>del</strong> sistema, cui va il nostro<br />

più sentito ringraziamento”.<br />

Passata l’emergenza ed evitato il peggio, per l’amministrazione<br />

<strong>regionale</strong> restano ora sul terreno due<br />

questioni fondamentali da risolvere. La prima è la necessità<br />

di provvedere al più presto alla riparazione dei<br />

danni provocati dall’evento, cui vanno ad aggiungersi<br />

quelli <strong>del</strong>l’alluvione <strong>del</strong> marzo 2011, per un costo complessivo<br />

stimato intorno ai 265 milioni di euro. La seconda,<br />

più generale, è continuare nell’opera di messa<br />

in sicurezza di un territorio che presenta ancora oggi<br />

molte fragilità, soprattutto nelle zone <strong>del</strong>l’arco alpino<br />

e in quelli collinari, nonostante dal 1994 al 2010 siano<br />

stati investiti circa 2,5 miliardi di euro. “Ai ripristini più<br />

urgenti - continua Ravello - abbiamo provveduto con<br />

risorse nostre, ma ora siamo in attesa che il governo ci<br />

assegni le risorse che ci sono dovute in base alla legge<br />

‘Milleproroghe’ <strong>del</strong> 2011 per fronteggiare situazioni di<br />

questo genere. Inoltre, sulla base di un accordo di programma<br />

stipulato nel novembre scorso con il Ministero<br />

<strong>del</strong>l’Ambiente, dovrebbero esserci trasferiti 66 milioni<br />

per la prevenzione <strong>del</strong> rischio idrogeologico”. In base a<br />

tale accordo, la Regione aveva previsto la realizzazione<br />

di 218 interventi, individuati sulla base <strong>del</strong>le priorità<br />

dei livelli di rischio <strong>del</strong> Piano per l’assetto idrogeologico<br />

(Pai) <strong>regionale</strong>. Grazie a un primo trasferimento di<br />

5,9 milioni di euro, si è provveduto ad avviare tutte le<br />

progettazioni e ora i cantieri sono pronti a partire.<br />

“Insieme al presidente Cota - conclude Ravello - abbiamo<br />

scritto al governo perché mantenga i propri impegni,<br />

come noi abbiamo mantenuto e continuiamo a<br />

mantenere i nostri, sia in termini di investimenti, sia<br />

in termini di solidarietà, come abbiamo dimostrato ad<br />

esempio inviando prontamente la nostra colonna mobile<br />

in Umbria per far fronte alla recente emergenza<br />

climatica”. In attesa di una risposta da Roma, la Regione<br />

sta intanto procedendo con fondi propri a mettere<br />

a punto una programmazione <strong>del</strong>le azioni più importanti,<br />

condivisa con le Province. (ma)<br />

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