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N UMERO 1 2012 T E S O R I L I B R A R I “Il teatro di tutte le scienze e le arti” RACCOGLIERE LIBRI PER COLTIVARE IDEE IN UNA CAPITALE DI ETÀ MODERNA. TORINO 1559 - 1861 di Gianni Boffa M anoscritti, codici miniati, incunaboli, cinquecentine, atlanti geografici, raccolte di trattati di architettura militare, manuali di geometria e di astronomia, disegni di architetti illustri... una serie straordinaria di libri, è “Il teatro di tutte le scienze e le arti. Raccogliere libri per coltivare idee in una capitale di età moderna. Torino 1559 -1861”. Tre biblioteche pubbliche torinesi (Biblioteca Nazionale Universitaria, Biblioteca Reale, Biblioteca dell’Archivio di Stato di Torino) hanno unito i loro patrimoni per ricomporre la straordinaria collezione che, iniziata con la Grande Galleria di Carlo Emanuele I, si è arricchita nei secoli fino a costituire il “tesoro librario dell’antica capitale”. I curatori, in catalogo, illustrando “Le ragioni di una mostra”, affermano: “L’esposizione delle opere librarie in una mostra è, come noto, molto più difficile che non per altri beni culturali come quadri, statue e altri oggetti in genere. Infatti il libro, per la sua mate- 56
ialità complessa, può essere esposto soltanto presentando o la legatura o il frontespizio o al massimo una doppia pagina interna. Per questo motivo si è scelto di utilizzare strumenti multimediali per comunicare al visitatore - con immagini, brevi testi e commenti sonori - lo spirito e il ruolo svolto da ogni opera”. La complessità dell’esposizione è stata brillantemente superata con le grandi teche multimediali, che hanno permesso a ogni esemplare di essere “messo in luce”, realmente illuminato e, grazie a grandi schermi, illustrato, descritto, analizzato e proposto all’ammirazione del visitatore. Il catalogo (560 pagine di grande formato, 21x29,7 cm), la cui pubblicazione è stata sostenuta dal Consiglio regionale del Piemonte, è un vero e proprio libro sui libri. Contiene cinquecentotrentasette schede compilate da studiosi ed esperti. Presenti anche numerosi saggi su quattro secoli di storia sabauda che, attraverso l’analisi della cultura scientifica, storica, artistica e letteraria, e l’opera dei personaggi signorili, nobiliari e letterati, ricostruiscono l’ambiente intellettuale dove è nata e maturata l’idea di stato italiano unitario. Una delle curatrici della mostra, Franca Porticelli, responsabile dell’Ufficio Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale Universitaria, afferma: “Il lungo e accurato lavoro di preparazione della mostra si è concentrato sul censimento di un imponente patrimonio di codici e libri a stampa che ha consentito di risalire con certezza al momento dell’acquisizione di ogni singolo pezzo. Nel caso di quanto posseduto dalla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, la cui storia si presenta di difficile individuazione a causa dell’incendio che nel 1904 oltre a devastare la parte più preziosa dei suoi fondi antichi cancellò in toto l’archivio storico con la conseguente perdita della documentazione utile ad una attendibile ricostruzione della sua vita amministrativa, l’attento lavoro svolto sugli Inventari, sui mandati di pagamento della Regia Università e su altri documenti faticosamente rintracciati ha permesso di ripercorrere l’iter delle acquisizioni librarie dal momento della sua fondazione, sancita dalle Regie costituzioni del 1720, sino alla fine del XIX secolo. Ogni libro esposto ha così rivelato il suo momento d’acquisizione risalente o all’epoca del versamento dei fondi della Grande Galleria di Carlo Emanuele I nella nuova Biblioteca del Regio Ateneo, voluta da Vittorio Amedeo II, o a epoche successive per fisiologici incrementi dovuti ad acquisti, donazioni o versamenti obbligatori”. La Biblioteca Reale di Torino Il contributo che la Biblioteca Reale di Torino ha voluto apportare alla mostra è consistito nello studio delle vicende costitutive della Biblioteca del re di Sardegna Carlo Alberto negli anni 1832 - 1849 tramite l’esame analitico dell’elenco dei Libri entrati in biblioteca (1832-1918) - in essa conservato - che annotava giornalmente l’ingresso nelle collezioni di opere a stampa, manoscritti, stampe e disegni. Carlo Alberto, salito al trono nel 1831, ritenne indispensabile riformare lo Stato sotto il profilo amministrativo, finanziario e culturale, costituendo, in ambito culturale, rilevanti istituti destinati a trasformare il regno in uno Stato al passo con i tempi e all’altezza di una moderna dinastia in competizione con le corti europee più prestigiose. La Biblioteca del re (l’attuale Biblioteca Reale) fu “ricostruita” a partire dal 1832, traendo origine dal nucleo superstite dell’antica biblioteca ducale, accresciuto dai libri personali del re. L’ampliamento delle collezioni seguì un progetto scientifico metodico, basato su principi di carattere biblioteconomico contenuti in opere appositamente procurate: gli acquisti librari, grazie anche alla fitta rete di relazioni internazionali intessute da Domenico Promis, bibliotecario di Sua Maestà dal 1837, nel corso di viaggi in Savoia, Austria, Svizzera, Germania, Francia e nel Regno lombardo - veneto, seguirono sostanzialmente tre filoni: ripercorrere i modelli della “libreria” di Carlo Emanuele I con acquisti di opere preziose e rare all’insegna della magnificenza e della meraviglia, per il rafforzamento dell’immagine dinastica (rientra nell’ambito di questo filone l’acquisto eccellente della collezione di disegni di maestri italiani e stranieri dei secoli XIV - XVIII di Giovanni Volpato, non registrato nell’Elenco); ampliare le collezioni ponendo particolare attenzione alla produzione editoriale tecnico-scientifica internazionale per l’ammodernamento dello Stato; elevare la qualità della sezione letteraria della collezione, acquistando opere di autori italiani e stranieri, antichi e contemporanei, di larga fama. I manoscritti della rinnovata collezione furono sistemati, nella nuova sede sottostante alla Galleria Beaumont, in sale riservate, ad imitazione dei cabinets des manuscrits delle biblioteche più rinomate; le opere a stampa (molte delle quali preziosamente rilegate) trovarono sistemazione nel salone della Biblioteca Reale, sotto la volta decorata con cartigli e medaglioni dedicati ai personaggi più rappresentativi dei vari rami del sapere, cui ispirarsi per costruire una migliore società. Clara Vitulo Co-curatrice della mostra, già direttore della Biblioteca Reale di Torino 57
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