Associazioni Italiane Malattie Rare 20082009 - Associazione CFS
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<strong>Associazioni</strong> <strong>Italiane</strong> <strong>Malattie</strong> <strong>Rare</strong> 95 A<br />
<strong>Associazione</strong> Italiana per l’Eteroplasia Ossea Progressiva<br />
IPOHA ONLUS<br />
Sito web: www.cerignola.it/associazioni-ipoha.asp<br />
Sede: via XXV aprile, 17 - 71042 Cerignola (FG)<br />
Presidente: Dott. Roberto Bufo<br />
Contatto: Tel. 0885 429375 - Fax 0885 429375<br />
E-mail: ipoha@libero.it<br />
Descrizione della malattia<br />
Frequenza: 1/100.000.000. Diagnosticati circa 60 casi nel mondo (ultimo rapporto del POH Collaborative<br />
Research Group di Philadelphia). L’eteroplasia ossea progressiva (POH) è una malattia<br />
geneticamente determinata, causata da una mutazione inattivante del gene GNAS sul cromosoma<br />
20, regione 20q13.2, gene che codifica per la subunità alfa della proteina G (Gs-alfa), implicata<br />
nella trasduzione del segnale a livello della membrana cellulare e perciò coinvolta in numerose<br />
vie metaboliche. Una volta avvenuta la mutazione, postzigotica, questa si eredita successivamente<br />
con modalità autosomica dominante. La mutazione è sempre presente sull’allele ereditato per<br />
via paterna, anche in caso di mutazione spontanea. Se il malato affetto è femmina, trasmetterà ai<br />
suoi figli la sindrome di Albright e non la POH (malattia nella quale, accanto alle possibili ossificazioni,<br />
sempre però superficiali, sono presenti disturbi ormonali, dismorfici e mentali). Si manifesta<br />
clinicamente nei primi giorni-mesi di vita con rash cutaneo rosa-violaceo e presenza di ossificazioni<br />
a partenza dal derma medio e profondo, evidenziate come piccoli noduli bianco-giallastri durolapidei,<br />
che successivamente si approfondano e interessano i tessuti sottostanti coinvolgendo tessuto<br />
adiposo, fasce muscolari, muscoli, tendini e legamenti. Tutto ciò porta ad anchilosi articolari<br />
e talora a difetti di crescita degli arti interessati con invalidità progressiva anche grave. Istologicamente<br />
l’ossificazione è di tipo membranoso diretto senza una fase cartilaginea, ed è caratterizzata<br />
da una specie di rete di ossificazioni che si infiltrano e ramificano seguendo spesso il decorso<br />
dei vasi e dei nervi nei tessuti.<br />
L’aspetto radiologico, sia in radiologia tradizionale sia TAC e RMN, rispecchia i reperti istologici<br />
con immagini caratteristiche che li evidenziano. Gli esami di laboratorio sono sempre negativi, salvo<br />
un aumento della fosfatasi alcalina nei momenti di maggior crescita delle ossificazioni. Non sono<br />
presenti squilibri ormonali, né malformazioni primitive dello scheletro. La diagnosi è essenzialmente<br />
clinica, supportata dalla negatività degli esami di laboratorio, dai reperti radiologici caratteristici,<br />
dalla istologia. La mutazione GNAS può mancare, per cui l’analisi molecolare non è<br />
necessaria per la diagnosi, come pure la familiarità nelle forme sporadiche. Chirurgicamente risulta<br />
poco aggredibile in quanto le ossificazioni non presentano piani di clivaggio per l’asportazione.<br />
Non esiste al momento una cura efficace, né una terapia di supporto, ma solo la fisioterapia<br />
“soft”. La chirurgia è praticamente inapplicabile, salvo in rari casi in cui le ossificazioni sono ben<br />
isolate e facilmente delimitabili, nel qual caso si ottengono buoni risultati. Altrimenti la chirurgia<br />
può portare a un peggioramento della situazione per le recidive a partenza dalle ossificazioni residuate<br />
all’intervento. È possibile la diagnosi prenatale nei soggetti portatori della mutazione<br />
GNAS.<br />
Finalità e servizi<br />
■ Supportare la ricerca scientifica per identificare le cause della POH, sviluppare terapie efficaci, trovare<br />
una cura (definitiva).<br />
■ Istruire i medici, i familiari, gli amici e le comunità circa la disabilità dovuta alla malattia.<br />
■ Provvedere un supporto morale e un incoraggiamento alle famiglie che combattono la POH.