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Associazioni Italiane Malattie Rare 20082009 - Associazione CFS

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<strong>Associazioni</strong> <strong>Italiane</strong> <strong>Malattie</strong> <strong>Rare</strong> 37 A<br />

<strong>Associazione</strong> Intolleranza al Fruttosio ONLUS<br />

AIF ONLUS<br />

Sito web: www.aifrut.it<br />

Sede: calata Capodichino, 211 is.9/B - 80141 Napoli<br />

Presidente: Sig. Giorgio Pioli<br />

Contatto: Tel. 081 5990917<br />

E-mail: info@aifrut.it<br />

Descrizione della malattia<br />

Frequenza: 1/20.000 nati. L’intolleranza ereditaria al fruttosio (IEF) è un errore metabolico di origine genetica,<br />

a trasmissione autosomica recessiva di recente individuazione (anni Sessanta). La diffusione<br />

è ubiquitaria e casi di IEF sono stati riportati in Europa, America Settentrionale, India e Australia. Le<br />

persone con IEF presentano deficit dell’attività enzimatica della fruttoaldolasi B. L’enzima è espresso<br />

prevalentemente a livello epatico. Il gene che codifica la fruttoaldolasi B è localizzato nella regione<br />

9q22.3. Il lavoro svolto presso il II Policlinico di Napoli, CEINGE, ha mostrato che sono due mutazioni<br />

prevalenti in Italia, A149P e A174D, mentre altre mutazioni, quali MDdelta4, N334K e delta-6 e x6,<br />

sono meno frequenti. I genitori di un bambino affetto da IEF sono entrambi portatori sani del gene<br />

malato e il rischio di ricorrenza per ogni successiva gravidanza è del 25%. I bambini e gli adulti affetti<br />

da IEF sono completamente sani e asintomatici, se non assumono alimenti contenenti fruttosio,<br />

saccarosio, sorbitolo o ogni altro glucide che nel loro metabolismo conduca al fruttosio come prodotto<br />

di derivazione. I primi sintomi compaiono con lo svezzamento; i bambini, infatti, sviluppano un tendenziale<br />

rifiuto della frutta e dei cibi dolci. Nei bambini non allattati al seno, ma alimentati con formulazioni<br />

contenenti fruttosio, i sintomi possono manifestarsi più precocemente con sequele gravissime<br />

fino all’exitus. Nei primi mesi di vita, i sintomi più frequenti sono: rifiuto dell’alimentazione, vomito e ritardo<br />

di crescita; altri segni meno frequenti, ma più specifici, sono l’ipoglicemia, lo shock e il danno<br />

epatico. I pazienti che continuano ad alimentarsi in modo scorretto possono presentare pallore, epatomegalia,<br />

episodi di emorragia gastrointestinale e/o cutanea, convulsioni, shock. Gli esami di laboratorio<br />

rilevano livelli ematici ridotti di proteine totali, fattori della coagulazione, fosforo, potassio, pH,<br />

bicarbonato e un aumento di transaminasi, bilirubina, acido urico e acido lattico. Si rileva inoltre anemia<br />

e trombocitopenia. Con l’eliminazione del fruttosio dalla dieta, i sintomi regrediscono. Si ha notizia<br />

di pochi pazienti che seguono spontaneamente una dieta priva di fruttosio, individuati per caso in<br />

età adulta. La terapia consiste in una dieta il più possibile povera di fruttosio.<br />

Finalità e servizi<br />

■ Fornire supporto ai propri associati e alle loro famiglie per affrontare correttamente i problemi medici,<br />

legali e sociali connessi alla IEF.<br />

■ Diffusione delle informazioni medico-scientifiche.<br />

■ Promozione di nuovi protocolli genetici e medici per la diagnosi di IEF.<br />

■ Indicazione sulle confezioni dei medicinali e nei foglietti illustrativi dell’eventuale presenza di zuccheri<br />

proibiti agli affetti da IEF.<br />

■ Indicazione sulle confezioni alimentari della presenza, anche in tracce, di ingredienti proibiti.<br />

■ Promozione di progetti di ricerca scientifica finalizzati a una più approfondita conoscenza della<br />

patologia nella sua varietà di espressioni, con particolare attenzione al rapporto di causa-effetto<br />

e a una più appropriata terapia dietetica.<br />

■ Rilevazione dell’incidenza di IEF in Italia.<br />

Patologie<br />

Intolleranza al fruttosio.

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