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scarica - Unione Internazionale

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L’Accademia di Romania in Roma: novanta anni di attività 485poi si sarebbe affermato come uno dei più noti archeologi in italia), labiblioteca dell’accademia di romania rimase aperta, frequentata dai maggioristudiosi dell’antichità, mentre risultavano chiuse alcune tra le piùnote biblioteche romane, quali quelle del deutsches archäologisches instituto dell’École Française.ma, sopravvissuta alla seconda guerra mondiale, l’accademia diromania non riuscì a resistere al regime comunista che si era instauratonella romania postbellica, alla “guerra fredda” e all’isolamento dall’occidente.sul finire del 1947 il governo romeno dispose la chiusura delle“scuole romene” di Parigi e di roma. agli inizi dell’anno seguente, gliultimi borsisti della sede di roma furono sfrattati dall’edificio; al loroposto si insediò illegalmente la legazione romena in italia. Questo fattocostituiva una violazione di quanto era stato stabilito con le autorità italianenell’atto di concessione del terreno: quel terreno doveva essere utilizzatoesclusivamente per la costruzione di un’accademia e si vietava espressamenteogni suo diverso impiego. tuttavia, l’insieme di altre considerazionie situazioni (incluse quelle collegate al rilascio dalle carceri romenedi cittadini italiani condannati per presunti atti di spionaggio) fecero sì chele autorità italiane lasciassero alla legazione romena la custodia e lagestione dell’edificio accademico.alla fine degli anni cinquanta il bel palazzo nella valle giulia si presentavain stato d’abbandono: migliaia di libri della biblioteca erano giàstati inviati a Bucarest, ma tanti altri andarono dispersi o furono rubati.negli anni 1949-1950 rosa del conte – professoressa presso l’Universitàdi Bucarest, eccellente critico letterario e traduttrice, profondamente legatacon il mondo culturale romeno, rimpatriata dalle autorità romene l’annoprecedente – aveva acquistato presso campo dei Fiori alcuni libri che recavanoimpresso il timbro della Biblioteca dell’accademia di romania; venivanousati come carta da imballaggio.Quali furono i benefici che la romania trasse dal quarto di secolo divita culturale della scuola romena in roma? senza voler tralasciare i diecivolumi di Ephemeris Dacoromana e i quattro volumi di DiplomatariumItalicum, oppure le conferenze internazionali, alla scuola si formò, nelcorso del tempo, una vera e propria Pleiade di brillanti studiosi e artisti:per ricordare solo alcuni nomi, furono borsisti della scuola gli storicidell’antichità e archeologi dinu adameşteanu, ion Barnea, emil condurachi,constantin daicoviciu, vladimir e hortensia dumitrescu, mihailmacrea, dionisie m. Pippidi, ion i. russu, dumitru tudor, radu ed ecaterinavulpe; gli storici mihai Berza, aurel decei, nicolae grămadă, ionmoga, Francisc Pall, Ştefan Pascu; gli storici dell’arte alexandru Busuioceanue virgil vătăşianu; i filologi Ştefan Bezdechi, gheorghe caragaţă,Petre ciureanu, leon diculescu, ion guţia, claudiu isopescu, nicolaelascu, haralambie mihăescu, teodor onciulescu; gli architetti dinu antonescu,Ştefan Balş, richard Bordenache, grigore ionescu, horia teodoru;gli artisti zoe Băicoianu, mac constantinescu, eugen drăguţescu, iosif

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