Bilancio dell'Impresa
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<strong>Bilancio</strong> dell’Impresa<br />
Nota Integrativa (Segue)<br />
Parte E - Informazioni sui rischi<br />
e sulle relative politiche di copertura (Segue)<br />
- per la clientela Privati, all’esito dei crediti scaduti, al comportamento assunto dal debitore nella gestione dei propri rapporti con la<br />
Banca ed alle informazioni reperibili da fonti esterne;<br />
• la classificazione dei crediti nel continuo nelle categorie di rischio, gestionali (all’interno del portafoglio vivo) e dettate dalle istruzioni di<br />
vigilanza (esposizioni scadute e/o sconfinanti, ristrutturati, incagli, sofferenze).<br />
Le citate attività vengono svolte determinando l’andamento tecnico di tutti i crediti non classificati a default. L’andamento tecnico dei<br />
singoli rapporti di utilizzo dei fidi in capo alla clientela Imprese è rilevato attraverso le PD aggiornate mensilmente per le singole controparti,<br />
che alimentano l’applicativo di gestione andamentale attraverso il quale è effettuata una proposta di classificazione gestionale per ciascun<br />
cliente che può essere di “andamento regolare”, di “stretta osservazione” o “a rientro”.<br />
La proposta così definita è rivista in funzione dell’appartenenza della controparte stessa ad un “gruppo di rischio” o alla presenza di<br />
evidenze negative. Attraverso la proposta mensile di classificazione gestionale viene richiamata l’attenzione dei valutatori su fenomeni che<br />
potrebbero essere indicativi del deterioramento della qualità creditizia e della solvibilità delle controparti interessate da tali fenomeni per<br />
una loro finale verifica e valutazione.<br />
Nell’ambito del controllo andamentale si procede anche alla valutazione collettiva dei crediti in bonis.<br />
Questa linea valutativa, che per la clientela Piccole Imprese ha per oggetto il singolo cliente mentre per i Privati arriva a livello di pool di<br />
prodotto, è diretta a selezionare - secondo il modello delle “incurred but not reported losses” - la perdita attesa. A tale scopo vengono<br />
adoperati i parametri di rischio rappresentati: dalla “probabilità di default” di ciascun cliente o, per la clientela Privati, del pool di prodotto;<br />
dalla LGD dei singoli rapporti creditizi, oltre al cosiddetto LCP (Loss Confirmation Period) che esprime - per le diverse categorie di<br />
esposizione omogenee - il ritardo medio che intercorre tra il deterioramento delle condizioni finanziarie del debitore e la classificazione in<br />
default dei singoli finanziamenti.<br />
Nel processo di misurazione e di controllo del rischio di credito vengono considerati i seguenti aspetti:<br />
• la determinazione del rischio di credito (perdite attese) secondo modelli interni che tengono conto:<br />
- della probabilità di insolvenza (PD);<br />
- dei tassi di recupero (o alternativamente dei tassi di perdita o LGD).<br />
La Banca non dispone ancora di modelli per la stima delle esposizioni al momento dell’insolvenza (EAD, Exposure At Default), nonché<br />
della durata delle operazioni proposte e/o poste in essere (M, Maturity), fattore comunque non previsto dal Nuovo Accordo sul Capitale<br />
per il rischio Retail;<br />
• la valutazione del rischio di credito ai fini del bilancio e delle altre informative periodiche dirette al mercato con riferimento<br />
all’individuazione:<br />
- dei tempi attesi di recupero per la valutazione delle sofferenze e degli incagli;<br />
- dei fattori di rientro in bonis per la valutazione degli incagli;<br />
- delle PD e delle LGD per la valutazione dei crediti scaduti e/o sconfinanti e della collettiva dei crediti in bonis;<br />
• il controllo periodico del rispetto dei limiti prudenziali fissati dalle istruzioni di vigilanza e da altre disposizioni con riferimento al coefficiente<br />
di solvibilità, ai grandi rischi, al rischio di concentrazione, agli indicatori di rischiosità e solvibilità previsti dal Fondo Interbancario di<br />
Garanzia.<br />
Le probabilità di insolvenza (PD) citate sono stimate con l’ausilio dei rating integrati, sviluppati internamente, secondo le direttive di Basilea<br />
2 mantenendo una logica di controparte per le “Imprese” e di prodotto/pool per le “Famiglie”. Nell’ambito dei pool di prodotto per le<br />
“Famiglie” sono state individuate le seguenti categorie:<br />
• mutui ipotecari;<br />
• scoperti di conto (comprende anche le forme tecniche dei crediti di firma e carte di credito);<br />
• finanziamenti chirografari.<br />
204 <strong>Bilancio</strong> 2008 · UniCredit Banca