OLIO OLI ITALIANI, OTTIMA ANNATA MA DOVE ACQUISTARE I MIGLIORI? di Fausto Borella Ho deciso: apro un negozio di olio. Non è possibile che in quest’annata nessuno trovi un po’ di olio per casa sua. Sembra quasi che l’olio artigianale di qualità sia sparito. Spero, con questa provocazione scherzosa, ma neanche troppo, di aver introdotto la situazione attuale, adesso che la raccolta delle olive buone e sane è terminata. Si dice che rispetto allo scorso anno ci sia un incremento di addirittura l’89%, con problemi però sui prezzi. Questo perché il nostro polmone d’<strong>Italia</strong>, Puglia e Calabria, rispetto all’annata funesta del 2018, adesso hanno avuto un’abbondanza olivicola, che gli permette di stare più tranquilli. Toscana e Umbria non sorridono molto, sia perché c’è stato un calo del 20-30% sia perché a settembre è comparsa la mosca olearia e se gli olivicoltori non sono intervenuti con una raccolta anticipata o con prodotti per tutelare le olive, l’olio che ne uscirà non sarà dei migliori. Allora dove reperirlo l’olio quest’anno? Dico sempre che ci sono due categorie che necessitano di essere tutelate. La prima è il consumatore, che per casa sua e la sua famiglia può scegliere due, tre, quattro oli da tenere in cucina. E la seconda categoria, a mio avviso ancora più importante, è la ristorazione e il pubblico esercizio in generale, che non può più permettersi di condire con il “bricco” col beccuccio lungo la pizza che esce dal forno, o con il dispenser di plastica l’insalata che parte dalla cucina. L’olio si difetta subito, soffre l’aria, la luce, il calore e l’odore e successivamente il gusto che ne conseguono sono sgradevoli. Dove possiamo quindi trovare un buon olio quest’anno? Senz’altro conviene seguire le aziende artigianali, che hanno la certezza degli oliveti, che raccontano che il loro olio ha un nome, una cultivar una storia. Ricordatevi sempre che l’olio non deve uscire dalle cisterne dei camion, Il Sud <strong>Italia</strong>, soprattutto Puglia e Calabria, hanno giovato di un 2019 molto positivo, mentre al Nord gli olivicoltori hanno sofferto. Di olio ce n’è, ma quello artigianale pare introvabile. Il consiglio per non rimanere delusi è affidarsi direttamente ai produttori ma dal separatore del frantoio. Quasi tutte le regioni italiane possono produrre, chi vuole uscire dalla propria zona e acquistare un olio pugliese o della Sicilia per esempio, deve cercare una denominazione di origine come la Dop Terre di Bari o l’Igp Sicilia. Oppure, cosa ancora più sensata, entrare nel mondo dei social e andare a valutare la fattoria, l’azienda o la famiglia che quotidianamente mette la faccia e, attraverso la sua storia, le etichette di olio e i riconoscimenti vinti, ispira fiducia. In questa maniera, esattamente come è successo per il vino, unisco il territorio a un determinato produttore e in base a quello scelgo l’olio di qualità. Il giorno che invece verrà riconosciuto subito l’olio evo come eccellente e il consumatore chiamerà direttamente il produttore, noi comunicatori di bontà, non avremo più giustificazione di esistere. La sfida è aperta.
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