04.06.2020 Views

Italia a Tavola Maggio 2020

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CUOCHI<br />

DALL’OBLOMOVISMO<br />

ALLA NUOVA<br />

RISTORAZIONE<br />

di Guerrino<br />

Di Benedetto<br />

Nel periodo di forzata<br />

inattività degli ultimi<br />

mesi siamo stati tutti<br />

bersagliati, nel bene e nel male,<br />

dalla forza della comunicazione.<br />

Abbiamo partecipato a dibattiti e a<br />

confronti più o meno appassionati,<br />

abbiamo vissuto un’epidemia sanitaria<br />

e di comunicazione per molti<br />

versi strana e se vogliamo “democratica”,<br />

che ha colpito il giovane<br />

come il vecchio, il ricco come il<br />

povero, il politico come il cittadino<br />

qualunque. Molti di noi si sono<br />

dedicati alla casa, alla famiglia, alla<br />

cucina, alle letture e forse a pensare<br />

un po’ di più al proprio futuro.<br />

La mia ancora di salvezza è stata<br />

proprio la lettura, che non solo<br />

mi ha aiutato ad evadere dal momento<br />

tragico ma anche a ripensare<br />

il mio futuro e cercare nuove<br />

risorse per affrontarlo. Uno dei<br />

libri che più mi ha colpito è stato<br />

“Oblomov”, capolavoro della letteratura<br />

russa dell’800 scritto da<br />

Ivan Goncarov, da cui poi fu tratto<br />

un grande film. Il protagonista vive<br />

gran parte della sua vita su un divano,<br />

senza mai uscire né incontrare<br />

nessuno, fino a quando nella sua<br />

casa si ferma per caso Olga, una<br />

giovane e bella ragazza che fa innamorare<br />

Oblomov. Per il suo amore<br />

egli comincia ad uscire e a vivere<br />

con lei le bellezze del mondo esterno.<br />

Salvato quindi dall’amore il nostro<br />

protagonista cambia vita, ma<br />

non si decide mai a sposare Olga.<br />

Alla fine sposerà un’altra donna e<br />

tornerà nel suo stato originario.<br />

Questo personaggio ha dato il<br />

nome ad una vera e propria malattia<br />

psicosomatica chiamata appunto<br />

“oblomovismo”.<br />

La mia riflessione però si sofferma<br />

sulla parte più bella del racconto,<br />

ovvero la storia d’amore con<br />

Olga, che lo porta a vivere appieno<br />

la vita. Non voglio fare una lezione<br />

di religione o di buonismo, ma<br />

penso che in questi giorni tanti di<br />

noi abbiano pensato a come affrontare<br />

il futuro. Io penso che rivedere<br />

un po’ la nostra vita lavorativa sotto<br />

una luce diversa ci possa aiutare.<br />

Forse ripensare ai rapporti personali<br />

con i nostri clienti, fornitori e<br />

dipendenti ci può dare l’input per<br />

una ripartenza diversa, più vera e<br />

forse più solida.<br />

Abbiamo vissuto un’epoca di<br />

campanilismi gastronomici, fatta<br />

di stelle e stelline, di bolle e sifoni.<br />

Ho letto in questo periodo più di<br />

venti libri cercando di capire dei<br />

motivi per cercare di dare un senso<br />

al presente, filosofia, religione,<br />

romanzi gastronomici, ecc., per poi<br />

capire che Salgari ci ha descritto la<br />

Malesia e Sandokan - lo ricordate?<br />

- senza mai uscire di casa. Insieme<br />

all’amore anche la fantasia, il sapere<br />

reinventare il nostro passato in<br />

chiave futura: tutto questo ci farà<br />

tornare ad essere più vicini al nostro<br />

lavoro, a stare fra i tavoli e nelle<br />

cucine con nuove consapevolezze.<br />

Noi e chi ci sta intorno siamo<br />

gli artefici del successo del nostro<br />

lavoro quotidiano.

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