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CUOCHI<br />
DALL’OBLOMOVISMO<br />
ALLA NUOVA<br />
RISTORAZIONE<br />
di Guerrino<br />
Di Benedetto<br />
Nel periodo di forzata<br />
inattività degli ultimi<br />
mesi siamo stati tutti<br />
bersagliati, nel bene e nel male,<br />
dalla forza della comunicazione.<br />
Abbiamo partecipato a dibattiti e a<br />
confronti più o meno appassionati,<br />
abbiamo vissuto un’epidemia sanitaria<br />
e di comunicazione per molti<br />
versi strana e se vogliamo “democratica”,<br />
che ha colpito il giovane<br />
come il vecchio, il ricco come il<br />
povero, il politico come il cittadino<br />
qualunque. Molti di noi si sono<br />
dedicati alla casa, alla famiglia, alla<br />
cucina, alle letture e forse a pensare<br />
un po’ di più al proprio futuro.<br />
La mia ancora di salvezza è stata<br />
proprio la lettura, che non solo<br />
mi ha aiutato ad evadere dal momento<br />
tragico ma anche a ripensare<br />
il mio futuro e cercare nuove<br />
risorse per affrontarlo. Uno dei<br />
libri che più mi ha colpito è stato<br />
“Oblomov”, capolavoro della letteratura<br />
russa dell’800 scritto da<br />
Ivan Goncarov, da cui poi fu tratto<br />
un grande film. Il protagonista vive<br />
gran parte della sua vita su un divano,<br />
senza mai uscire né incontrare<br />
nessuno, fino a quando nella sua<br />
casa si ferma per caso Olga, una<br />
giovane e bella ragazza che fa innamorare<br />
Oblomov. Per il suo amore<br />
egli comincia ad uscire e a vivere<br />
con lei le bellezze del mondo esterno.<br />
Salvato quindi dall’amore il nostro<br />
protagonista cambia vita, ma<br />
non si decide mai a sposare Olga.<br />
Alla fine sposerà un’altra donna e<br />
tornerà nel suo stato originario.<br />
Questo personaggio ha dato il<br />
nome ad una vera e propria malattia<br />
psicosomatica chiamata appunto<br />
“oblomovismo”.<br />
La mia riflessione però si sofferma<br />
sulla parte più bella del racconto,<br />
ovvero la storia d’amore con<br />
Olga, che lo porta a vivere appieno<br />
la vita. Non voglio fare una lezione<br />
di religione o di buonismo, ma<br />
penso che in questi giorni tanti di<br />
noi abbiano pensato a come affrontare<br />
il futuro. Io penso che rivedere<br />
un po’ la nostra vita lavorativa sotto<br />
una luce diversa ci possa aiutare.<br />
Forse ripensare ai rapporti personali<br />
con i nostri clienti, fornitori e<br />
dipendenti ci può dare l’input per<br />
una ripartenza diversa, più vera e<br />
forse più solida.<br />
Abbiamo vissuto un’epoca di<br />
campanilismi gastronomici, fatta<br />
di stelle e stelline, di bolle e sifoni.<br />
Ho letto in questo periodo più di<br />
venti libri cercando di capire dei<br />
motivi per cercare di dare un senso<br />
al presente, filosofia, religione,<br />
romanzi gastronomici, ecc., per poi<br />
capire che Salgari ci ha descritto la<br />
Malesia e Sandokan - lo ricordate?<br />
- senza mai uscire di casa. Insieme<br />
all’amore anche la fantasia, il sapere<br />
reinventare il nostro passato in<br />
chiave futura: tutto questo ci farà<br />
tornare ad essere più vicini al nostro<br />
lavoro, a stare fra i tavoli e nelle<br />
cucine con nuove consapevolezze.<br />
Noi e chi ci sta intorno siamo<br />
gli artefici del successo del nostro<br />
lavoro quotidiano.