© Chiara Rivaservita alla ricchezza, ai media e alla tecnologia. Il suo autore J.G. Ballardè stato esponente di spicco della letteratura cyberpunk e new wave inglese,quelle correnti che traghettarono la fantascienza da genere d’intrattenimentoa letteratura tout court, dai viaggi nel tempo e nello spazio ai viagginell’inner space, lo spazio profondo e oscuro della psiche umana: tra i suoitemi cardine vi è l’influenza che l’avvento della postmodernità ha sulla psicologiadell’individuo e sulla società in conseguenza all’aumento spropositatodelle invenzioni tecnologiche e all’esplosione dei media.102/PAGINE
L’esperienza d’internamento in un campo di prigionia giapponese insiemeai genitori durante la Seconda guerra mondiale, che lo portò a scrivereL’impero del sole da cui l’omonimo film di Steven Spielberg ha sicuramenteinfluito sull’atmosfera claustrofobica del grattacielo entro cui si svolgetutta l’azione del Condominio. L’edificio protagonista della storia – e si puòproprio definirlo così – è parte di un nuovissimo complesso residenziale dilusso, poco distante dalla City di Londra, costruito per soddisfare tutte leesigenze dei suoi benestanti inquilini, con supermercato, palestra, piscina easilo interni. A tutti gli effetti una sorta di minicittà autosufficiente.Improvvisamente, e senza alcuna motivazione specifica, si verifica nelgrattacielo una serie di incidenti dapprima di scarso rilievo (bottiglie chevengono lanciate dalle finestre), poi sempre più frequenti, invasivi (blackout)e violenti (il ritrovamento del cadavere di un cane nell’acqua della piscina).Così, in parallelo al loro intensificarsi, esplodono tra gli abitanti rivalità etensioni sommerse, mentre il grattacielo sembra sempre più animato da unavolontà propria e progettato apposta per liberare, tra feste notturne a basedi alcool e droghe, le loro pulsioni sessuali, gli istinti più violenti, razzisti eautodistruttivi. Gli inquilini si dividono in organizzazioni di tipo tribale cherispettano una rigida suddivisione gerarchica, replica deteriorata delle treclassi sociali: dai piani più bassi a quelli più alti si assiste a una lotta contanto di barricate tra un proletariato di tecnici cinematografici, hostess, ecc.,una borghesia di liberi professionisti e la classe dell’élite di imprenditori,attrici e accademici trincerata negli ultimi irraggiungibili piani fino alla terrazzapanoramica.Lo scrittore segue le vicende di tre personaggi rappresentativi di ciascunaclasse, il videomaker Richard Wilder, il medico Laing, e infine l’archistardel grattacielo Anthony Royal: ognuno di loro vivrà una parabola diversa.Wilder persegue con bestiale determinazione l’obiettivo della scalata algrattacielo e risalendolo fino agli ambiti piani alti dove la violenza distruttriceè massima, come in un inferno dantesco a rovescio, la sua personalitàdiventa sempre più primitiva così come la sua comunicazione regrediscedalla parola a suoni disarticolati e gutturali. Barricato all’ultimo piano l’architettoRoyal aspetta la sua inevitabile fine, orgoglioso e quasi asceticonella sua sahariana bianca e nella delirante convinzione di essere il creatorenonché il re del gigantesco edificio. L’unico a sopravvivere (non si sa perquanto) e ad adattarsi alla nuova vita nel grattacielo, i cui interni sono trasformatinel finale in rovine post-apocalittiche e in cui si vive ai minimi terminisoddisfacendo solo i più elementari bisogni corporei, sarà il dottor Laing,espressione della classe media. Sa che ormai non potrà più lasciare questoluogo perché non può più farne a meno. Con l’asservimento dei suoi ultimiabitanti al nuovo stile di vita imposto dal grattacielo, si è compiuta un’aberranterivoluzione: il mostruoso edificio ha ormai spazzato via il mondo circostante,e Laing osserva con compiacimento l’inizio di un blackout nel palazzodi fronte, preludio al diffondersi di un “nuovo modello di mondo in cuisarebbero vissuti in futuro. […] Uno scenario post-tecnologico, dove ognicosa era in abbandono. O, più ambiguamente, rivista secondo modalità inaspettatee più significative”.103/PAGINE
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