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Photo by Pixabay
ci la sensazione di percorrerli a tentoni, senza orientamento, in parallelo con
la gestualità che la protagonista mima per avvalorare la sua “recita”; l’abbrutimento
delle relazioni tra gli internati si oggettivizza nei pavimenti sporchi
di escrementi, nei corridoi inagibili e nel lessico militar-ospedaliero che
trasforma le camere da letto in camerate, i letti in brande, i corridoi in corsie.
In sostanza, possiamo dire che l’ambientazione di questo romanzo più
che gli attributi di un luogo possiede quelli di nonluogo secondo la definizione
che il filosofo Marc Augé coniò negli anni Novanta: uno spazio che non
è “identitario, relazionale e storico”, ma crea omologazione e solitudine, e
per questo si contrappone al concetto di “luogo antropologico”.
Parlando finora di dimore, case, antichi manieri, abbiamo trascurato la forma
di abitazione che dall’Ottocento, con il fenomeno dell’inurbamento e i progressi
della rivoluzione industriale che richiedevano nuove soluzioni per i
centri a maggiore densità abitativa, ha colonizzato praticamente ovunque il
tessuto urbano: il condominio.
Nel suo saggio Blanchard, prendendo in prestito parole di Baudelaire,
afferma che in un palazzo dove gli abitanti vivono in “scatole sovrapposte”,
non possono esserci “angoli per l’intimità”.
Forse queste caratteristiche unite alla parcellizzazione dei suoi spazi
interni, al suo essere insieme luogo e nonluogo in quanto comprensivo di
spazi comuni in cui le persone si trasformano in anonimi “condòmini”, lo
hanno reso un soggetto utilizzato più volte da scrittori postmoderni.
Prenderemo in considerazione tre casi esemplari nella letteratura –
naturalmente, non gli unici –, degli anni Settanta, che declinano questo
concetto topologico in modi differenti ma testimoniano tutti la complessità
della vita umana nell’epoca contemporanea e la sua irriducibilità a schemi
e definizioni univoche.
La vita istruzioni per l’uso di Georges Perec: il condominio
come puzzle metaletterario
Questo romanzo dello scrittore francese Georges Perec del 1978 è un po’ un
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