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Un trimestrale di ricerca ed approfondimento culturale

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Le immagini presentano

alcuni ambienti del Museo

Fortuny nel nuovo allestimento

concepito da Pier Luigi Pizzi

nel 2022.

© Fondazione Musei

Civici Venezia

capace di garantire la plissettatura

anche delle sete più impalpabili.

Dopo gli scialli e le tuniche, la

sperimentazione si focalizza sui

suntuosi velluti di seta utilizzati

per varie tipologie d’abbigliamento,

dalle cappe ai burnous, dai mantelli

ai caftani, dalle giacche alle vesti,

dai costumi teatrali alle stoffe per

l’arredamento.

Tali geniali creazioni sono presentate

al grande pubblico, a Parigi,

all’Esposizione delle Arti Decorative

nel 1911. Il successo è travolgente

e l’attività, non solo del laboratorio,

è frenetica. Vengono aperti negozi

a Parigi, Londra e New York, tra

le clienti più affezionate alla maison

Fortuny troviamo i nomi della

marchesa Luisa Casati, Isadora

Duncan, Sarah Bernhardt ed

Eleonora Duse.

D’ora in poi l’atelier di Palazzo

Pesaro sarà un crogiuolo di

innovazione, sperimentazione,

incontri culturali: una vera officina

del mago. Con l’avvicinarsi della

seconda guerra mondiale si rallenta

notevolmente l’attività del laboratorio

e della fabbrica che durante il

secondo conflitto mondiale verrà

temporaneamente chiusa. Il 2 maggio

1949 dopo una lunga malattia

Fortuny muore nella sua residenza

di Palazzo Pesaro degli Orfei.

La moglie Nel 1956 dona il palazzo

di campo San Beneto, ormai

denominato Pesaro-Fortuny,

al Comune di Venezia che si impegna

a far sì che il salone-studio del primo

piano nobile mantenga la

straordinaria impronta fortuniana

e che il resto dell’immobile diventi un

luogo di cultura aperto a tutte le arti.

Visitare oggi il Museo Fortuny è fare

un tuffo nello straordinario e

immaginifico mondo di Mariano e

Henriette Fortuny e della sua

abitazione, laboratorio e atelier.

Il nuovo percorso museale si snoda

tra le sale con tematiche legate

alla storia artistica e produttiva

del “mago”.

Dal collezionismo alla moda, dalla

pittura alla produzione tessile,

dalla fotografia all’illuminotecnica.

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