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STANZE_12_23_INTERNI

Un trimestrale di ricerca ed approfondimento culturale

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Dall’interno all’esterno della metro

di Praga, dentro tunnel freddi e

metallici e poi tra caldi flash e

proiezioni nei bellissimi ambienti

della Cathèdral d’Images di Les

Boux-de-Provance dove Yorke avanza

contromano e alla deriva, approdando

ad un bianco piano obliquo senza

luogo, abitato dalle lunghe ombre

della danza inarrestabile, costante

ostacolo orwelliano che non gli

permette il ritrovamento della donna

dallo sguardo intenso, per restituirle

una valigetta dimenticata sul treno

che è soltanto un espediente colto

al volo dal dissidente.

"Se la presenza dei mezzi di trasporto

accende connessioni con vecchi e

famosi album dei Radiohead, mentre

la trama rimanda alle (...) teorie

junghiane, i riferimenti visivi si

spingono fino agli albori del cinema.

Le coreografie collettive con i

pendolari richiamano quelle degli

operai di Metropolis di Fritz Lang,

i movimenti buffi di Thom flirtano con

la slapstick comedy di Buster Keaton

e la decisione di presentare l'opera

come un one reel strizza l'occhio ai

'rulli', la vecchia unità di misura e di

durata dei film muti" (Luca Castelli)

Si alza un vento che sposta e

ANIMA

Stati Uniti d'America, 2019

cortometraggio musicale

regia e soggetto Paul Thomas Anderson

produttori Sara Murphy, Paul Thomas

Anderson, Erica Frauman

casa di produzione e distribuzione

Netflix

fotografia Darius Khondji

montaggio Andy Jurgensen

musiche Thom Yorke, Nigel Godrich

scenografia e coreografia Damien Jalet

costumi Johanna Garrad

tra gli interpreti Thom Yorke,

Dajana Roncione, Gala Moody,

Frida Dam Seidel

116/VISIONI/note

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