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Mariano Fortuny:
un genio assoluto
Massimo Zanella
La figura, la personalità e l’opera
di Mariano Fortuny y Madrazo
(1871-1949) sono complesse e ricche,
a cominciare dalla poliedrica
versatilità con cui ha praticato
materie, saperi e ambiti di lavoro nei
quali si è misurato nel corso dei molti
decenni di ininterrotta, vivacissima
e industriosa produttività: era l’uomo
che spaziava dall’incisione alla
pittura, dalla moda al teatro,
dall’illuminotecnica alla fotografia.
Nella famiglia Fortuny il talento
è di casa, il padre (Mariano Fortuny
y Marsal, 1838-1874) è un acclamato
pittore di fama internazionale.
A Parigi i più accorti amateurs d’art
si contendono avidamente le sue
opere e il mercante Adolphe Goupil
gli commissiona un considerevole
numero di dipinti. Nel 1889 la madre
(Cecilia de Madrazo y Garreta,
1846-1932) decide di trasferire
la famiglia a Venezia, che Mariano
elegge a sua città d’adozione.
Crocevia tra Oriente e Occidente,
la Serenissima, divenuta simbolo
romantico della bellezza decadente,
è la meta prediletta della più
sofisticata élite culturale dell’epoca.
Il giovane spagnolo colto e dotato
di un vivace ingegno entra ben presto
a far parte dei circoli culturali
cittadini più impegnati e la residenza
di famiglia è luogo d’incontro per
artisti, letterati, poeti e compositori.
I molteplici interessi non lo
distraggono però dalla pratica della
pittura e costruisce i propri repertori
attraverso un collezionismo a cui
si dedica con curiosità e competenza:
manufatti, oggetti provenienti da
epoche e civiltà diverse, libri di
archeologia, trattati di matematica,
stampe, fotografie e disegni vengono
acquisiti e organizzati in una sorta
di catalogo ragionato che diviene
prontuario, fonte di ispirazione
e strumento di lavoro.
Nel 1902 incontra Henriette Nigrin,
sua compagna, musa e valente
collaboratrice con la quale darà
avvio, a Palazzo Pesaro degli Orfei,
all’innovativo laboratorio di stampa
su seta e velluto, la cui produzione
renderà celebre il marchio “Fortuny
Venise” in tutto il mondo. Nascono in
questo torno di anni due iconici capi
di abbigliamento: lo scialle Knossos
e l’abito Delphos – in omaggio
all’eponimo Auriga –, è una tunica
in taffetà di seta, caratterizzata
da una finissima plissettatura che
ricorda il chitone ionico; per la
realizzazione di questa veste Fortuny
brevetta un innovativo sistema
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