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Dementorerna, 2023
olio su tela
140 ✕ 100 cm
© PLUS-ONE Gallery
Internet Explorer, 2023
olio su tela
120 ✕ 100 cm
© PLUS-ONE Gallery
lare, agitato sotto la superficie della pelle, dei piani, delle cose. I corpi, i
volti, gli sguardi sono incisivi, sembrano serbare un segreto gravoso, una
storia fatta di situazioni e oggetti (computer, cellulari in carica, bottiglie di
Coca Cola, bicchieri di vino e pacchetti di caramelle) eppure permane anche
la sensazione che tutto sia un espediente di esercizio, un’indagine che trova
velature di stoffe, trasparenze di vetri, luce fredda di dispositivi puntati.
“Sembra esserci un nucleo esistenziale nelle opere e tentativi ricorrenti
di caricare il banale di tensione emotiva. L’oscurità isolazionista, gli
interni tremanti e le stanze private psicologicamente cariche con
un’illuminazione a schermo verde assenzio che fa vibrare il rosa freddo,
sembrano riprendere una tradizione lasciata dai modernisti scandinavi
come Edvard Munch, Vera Nilsson e Vilhelm Hammershøi.”
Le stanze sono tagliate o incombenti, contengono ma probabilmente
non proteggono, non hanno caratterizzazioni, tutto il potenziale narrativo è
affidato agli oggetti.
Questi spazi sono abitati da figure anch’esse del quotidiano: la stessa
pittrice, il fidanzato, gli amici che frequentano lo studio, e l’atmosfera – che
si evince anche dando un’occhiata al profilo Instagram di Judit – è a metà
tra una divertita giovinezza e un sentito impegno artistico, con la voglia di
trovare (ma l’ha già trovata) una voce individuale e di spingersi sempre più
in alto, sempre più in là.
www.juditkristensen.se/
www.instagram.com/judit.kristensen/
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