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pubblicazione - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana
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Controllo del Rischio Infettivo in Sanità in Toscana – Rapporto di attività 2005-2010<br />
Alcuni fattori prognostici associati alla mortalità in ospedale nei pazienti con infezioni comprendono<br />
parametri clinici quali: età, gravità della patologia di base, presenza di comorbilità (neoplasie,<br />
scompenso, problemi di immunosoppressione o cirrosi); infezioni da microrganismi difficili da<br />
trattare (Pseudomonas, Enterococcus, Acinetobacter): utilizzo di particolari presidi o procedure, come<br />
ventilazione meccanica o renal replacement therapy 16 .<br />
La diagnosi microbiologica<br />
La gamma di potenziali microrganismi responsabili di infezioni può essere molto ampia;<br />
inoltre molte infezioni sono poli-microbiche. I microrganismi isolati variano non solo tra un<br />
Paese e l’altro, ma anche tra le TI, in rapporto al sito dell’infezione, ai protocolli terapeutici,<br />
al case mix dei pazienti e ai ceppi resistenti 21 , anche in conseguenza di misure di controllo<br />
delle infezioni messe in atto nelle diverse realtà 16 .<br />
Oltre la metà delle infezioni in TI (62%) sono causate da microrganismi gram negativi, in particolare<br />
Pseudomonas species e Escherichia coli; il 47% sono dovute a germi gram positivi, in particolare<br />
Staphylococcus aureus (in assoluto il microrganismo isolato più di frequente), e il 19% sono causate<br />
da miceti, in particolare Candida 16, 21, 25 .<br />
I microrganismi più frequentemente coinvolti nelle infezioni ematiche sono i Gram positivi (che<br />
rappresentano circa la metà dei microrganismi isolati) e, in particolare, gli staphylococcus coagulasi<br />
negativi (CNS), seguiti dallo S. aureus e dagli enterococchi. CNS e S. aureus sono i patogeni maggiormente<br />
associati a infezioni ematiche secondarie a infezioni da CVC, mentre i germi Gram-negativi sono la<br />
causa più frequente delle infezioni ematiche secondarie a infezioni respiratorie 18 .<br />
Alcuni studi condotti in Francia hanno osservato un’’incidenza media di candidemia e candiduria<br />
variabile tra il 6.7 e il 27.4/1.000 ricoveri, rispettivamente. L’8% dei pazienti con candiduria ha<br />
sviluppato candidemia dallo stesso ceppo. C. albicans e C. glabrata sono stati isolati dal sangue<br />
rispettivamente nel 54% e 17% dei campioni e dall’urina nel 67% e 22% circa 26 .<br />
La risposta sistemica varia a seconda del microrganismo responsabile dell’infezione. I batteri Grampositivi<br />
e la Candida sono associati a un’incidenza maggiore di sepsi grave e shock settico, mentre il<br />
CNS è il microrganismo che meno frequentemente può causare questa complicanza. In uno studio<br />
multicentrico francese, le infezioni da CNS sono associate a un rischio ridotto di sepsi severa<br />
rispetto ad altri microrganismi 18 .<br />
La sfida dell’antibioticoresistenza<br />
La diffusione dell’antibiotico-resistenza nelle unità di TI rappresenta un problema crescente<br />
a livello mondiale. La maggiore probabilità di isolare microrganismi multiresistenti tra i<br />
pazienti ricoverati in TI rispetto agli altri reparti è dovuta a una serie di fattori, in primis<br />
l’uso frequente di antibiotici ad ampio spettro a scopo profilattico. Altri fattori sono: gli<br />
spazi relativamente ridotti in cui si trovano i pazienti, la carenza di personale infermieristico<br />
(understaffing), la degenza prolungata, l’uso di dispositivi invasivi (tubi endotracheali e<br />
cateteri venosi e vescicali), l’immunosoppressione, la malnutrizione e la cross-transmission<br />
dei microrganismi resistenti 27 .<br />
25 Alberti C, Brun-Buisson C, Burchardi H et al. Epidemiology of sepsis and infection in ICU patients from an international<br />
multicentre cohort study. Intensive Care Med 2002; 28:108-121.<br />
26<br />
Antonelli M, Azoulay E, Bonten M et al. Year in review in Intensive Care Medicine, 2008:I. Brain injury and neurology, renal<br />
failure and endocrinology, metabolism and nutrition, sepsis, infections and pneumonia. Intensive Care Med 2009; 35: 30-44<br />
27 Kolleg MH, Fraser VJ. Antibiotic Resistance in the Intensive Care Unit. Ann Intern Med 2001; 134: 298-314).<br />
16