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pubblicazione - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana

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Parte II • Migliorare le conoscenze – Migliorare la sorveglianza – Migliorare la pratica<br />

Migliorare la sorveglianza e la diagnosi<br />

Premessa<br />

Secondo una definizione della SHEA (1997) la sorveglianza delle ICA consiste in un “processo dinamico<br />

di raccolta, trattamento, analisi e diffusione di dati relativi alle infezioni in una popolazione specifica”.<br />

La disponibilità di un buon sistema di sorveglianza influisce sulla progettazione, implementazione<br />

e valutazione degli interventi, che devono necessariamente avvalersi di dati omogenei e affidabili<br />

su dimensioni e caratteristiche del problema in studio. Un monitoraggio condotto con modalità e<br />

definizioni condivise è dunque essenziale per quanto riguarda l’incidenza delle infezioni, la valutazione<br />

di impatto sugli esiti del percorso di cura e la verifica di adesione a pratiche efficaci per la prevenzione.<br />

Inoltre valutazioni su situazioni specifiche devono necessariamente basarsi sulla conoscenza delle<br />

caratteristiche dei pazienti trattati.<br />

Obiettivi<br />

Gli obiettivi generali di un sistema di sorveglianza possono essere definiti come segue 64 :<br />

a) aumentare la sensibilità al controllo delle infezioni e identificare aree con possibili problemi di<br />

rischio infettivo;<br />

b) confermare la presenza di problemi di rischio infettivo;<br />

c) analizzare le ragioni che stanno alla base di tali problemi.<br />

In particolare, il progetto regionale Corist si propone di aumentare il grado di conoscenza<br />

dell’andamento dei fenomeni in studio a livello regionale e locale, utilizzando e integrando le fonti<br />

informative disponibili; e contribuire a standardizzare la rilevazione delle pratiche diagnostiche delle<br />

infezioni.<br />

Strategie<br />

Le strategie utilizzate per migliorare la sorveglianza e la diagnosi si sono basate sia sullo svolgimento<br />

di indagini ad hoc, sia sull’utilizzo integrato di dati amministrativi e database clinici, in particolare il<br />

database Margherita (vedi box 3). Inoltre, attraverso processi strutturati di consenso (vedi box 4) si è<br />

giunti a definire e proporre standard per la registrazione della diagnosi di batteriemia CVC-correlata<br />

e di VAP. In particolare:<br />

- nel 2004 è stata condotta un’indagine regionale di prevalenza delle ICPA;<br />

- tra il 2007 e il 2008 sono state condotte: a) una ricognizione delle pratiche microbiologiche per<br />

la diagnosi di infezioni CVC-correlate e di VAP; b) un processo di consenso vòlto a standardizzare<br />

le pratiche stesse nei laboratori di microbiologia della Toscana;<br />

- nel 2009 è stato costituito il nodo toscano del Progetto Margherita, Petalo Sorveglianza<br />

Infezioni, con l’obiettivo di condurre studi che affianchino il monitoraggio dei dati sulle infezioni<br />

all’implementazione e alla valutazione di impatto delle pratiche efficaci a prevenirle. Nell’ambito<br />

di questa iniziativa è stato predisposto un portale per l’accesso ai dati di rischio infettivo 65 .<br />

- Nel 2009 è stato anche condotto uno studio di fattibilità per l’informatizzazione in rete dei dati<br />

microbiologici.<br />

64<br />

Gastmeier P et al. How to Survey Nosocomial Infections. Infect Control Hosp Epidemiol. 2000 Jun;21(6):366-70.<br />

65<br />

https://www.ars.toscana.it/marsupio/corist/index.php - Noto Toscano Petalo Sorveglianza Infezioni (ultima consultazione 31<br />

ottobre 2010)<br />

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