In Fonderia 1 2024

TECNICO
M. Rossetto • H. Barth
Additive manufacturing progettato
per le necessità delle fonderie
L’uso delle anime e delle motte stampate in 3D
è una realtà presente nelle fonderie a livello
globale.
Da un po’ di tempo non siamo più esclusivamente
nel campo della produzione prototipale,
tanto che il continuo sviluppo di stampanti
e sistemi leganti, rende possibile produrre già
piccole e medie serie di manufatti in sabbia con
la stampa 3D.
L’attuale esperienza può smentire i dubbi
sull’efficienza e la redditività. Le storie di successo
fungono da modelli nel mondo delle fonderie,
tanto che ai giorni d’oggi molte fonderie
rinomate e attive a livello globale si interessano
all’argomento.
I clienti, per lo più dell’industria automobilistica,
definiscono gli obiettivi, e la dimensione dei
componenti può essere decisa liberamente mediante
le strategie di produzione del settore.
Con la crescente produttività delle stampanti
3D e la crescente complessità dei getti, aumentano
di pari passo anche i requisiti necessari per
i materiali di consumo. I leganti furanici, fenolici
ed inorganici adatti a questo tipo di processo
sono già disponibili e presenti sul mercato.
La R&D deve affrontare la sfida di ridurre al minimo
gli svantaggi legati a questo processo, rispetto
alle anime prodotte convenzionalmente,
amplificandone i vantaggi.
In primis la riduzione delle emissioni, ma anche
un elevato livello di resistenza meccanica lungo
gli assi X-Y-Z, una bassa rugosità superficiale
e la possibilità di un utilizzo di intonaci refrattari
studiati per la stampa 3D, sono i principali
argomenti di ricerca. Le indagini di HA Group
hanno coinvolto l’intero processo, fino a spingersi
all’analisi dettagliata delle caratteristiche
del processo di sterratura.
Negli ultimi mesi, sono stati effettuati fondamentali
passi avanti insieme al nostro partner
REINSICHT, per quel che concerne soprattutto
i leganti inorganici, sia nei nostri laboratori, che
presso i clienti e i produttori delle stampanti.
Additive manufacturing
designed to meet foundry
needs
The use of 3D printed cores and moulds is a reality
in foundries globally.
For a while now this has gone beyond the field
of prototype production, so much so that the
continuous development of printers and binding
systems, means that small and medium series
of articles in sand are already being produced
with 3D printing.
This experience can confute doubts about efficiency
and profitability. Success stories serve as
models in the foundry world, so much so that
many renowned, globally active foundries are
today interested in the subject.
Clients, mostly in the automotive industry, define
targets, and the size of components can be
freely decided thanks to industry production
strategies.
With the growing productivity of 3D printers
and increasingly more complex castings, the
requirements for consumables are also increasing.
Furan, phenolic and inorganic binders suitable
for this type of process are already available
and on the market.
R&D faces the challenge of minimising the disadvantages
associated with this process compared
to conventionally produced cores by amplifying
their advantages.
First of all, the reduction of emissions, but also
a high level of mechanical resistance along the
X-Y-Z axes, a low surface roughness and the
possibility of using refractory plasters designed
for 3D printing, are the main research topics. HA
Group’s investigations covered the entire process,
right through to detailed analysis of the
characteristics of the desanding process.
Over recent months, important steps have been
taken together with our partner REINSICHT, especially
with regard to inorganic binders, both
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