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A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

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Domenico Letterio<br />

altro non siano che un «incidente <strong>di</strong> percorso» dettato dal clima intellettuale<br />

dell’epoca. In entrambi i casi, l’unica preoccupazione sembra essere quella<br />

<strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>zio definitivo sull’ere<strong>di</strong>tà intellettuale <strong>di</strong> Tocqueville, nel tentativo<br />

<strong>di</strong> capire dove egli abbia sbagliato, dove sia in contrad<strong>di</strong>zione, cosa si debba<br />

conservare e cosa rigettare della sua riflessione.<br />

Entrambi gli atteggiamenti sono <strong>di</strong> scarsa utilità a chi cerchi tra le righe<br />

del <strong>di</strong>scorso tocquevilliano una chiave <strong>di</strong> lettura per il presente. Se<br />

un’attenzione filologica ai frammenti sull’Algeria può senz’altro costituire<br />

un elemento utile alla ricostruzione della sua biografia, un’analisi che<br />

pretenda <strong>di</strong> entrare nel merito politico delle affermazioni <strong>di</strong> Tocqueville<br />

deve necessariamente andare al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> una loro semplice ricomposizione.<br />

Essa, in particolare, deve spingersi ad indagare nella filigrana del suo <strong>di</strong>scorso<br />

tanto la logica intrinseca quanto gli squilibri <strong>di</strong> alcune delle categorie<br />

fondamentali del suo pensiero.<br />

I. Rileggere gli scritti algerini <strong>di</strong> Tocqueville significa tornare a indagare<br />

un episo<strong>di</strong>o tra i più significativi del «progetto coloniale dell’occidente» 4 .<br />

Si tratta <strong>di</strong> una vicenda complessa se è vero che, come ha osservato<br />

Abdelmalek Sayad, essa ha dato vita a un «rapporto passionale» tra ex colonia<br />

e metropoli 5 . Un rapporto drammaticamente segnato tanto dalla violenza<br />

materiale del dominio coloniale quanto da una violenza epistemica che ha<br />

investito lo stesso nazionalismo algerino, il quale, nel combattere lo Stato<br />

colonizzatore, ha finito per conformarsi all’or<strong>di</strong>ne da esso imposto,<br />

ere<strong>di</strong>tandone la familiarità all’uso <strong>di</strong> una violenza alienante 6 . Le ra<strong>di</strong>cali<br />

critiche a esso mosse da Sayad tracciano così un solco all’interno del quale<br />

è necessario costringere ogni riflessione sull’Algeria contemporanea, al fine<br />

<strong>di</strong> evitare una lettura estetizzante <strong>di</strong> un nazionalismo che ha teso ad accettare<br />

la perimetrazione dello spazio <strong>di</strong>scorsivo violentemente imposta dal<br />

colonialismo. Tenendo fermo tale punto, è tuttavia lo stesso Sayad a ricordare<br />

che «non è esistito alcun popolo al mondo che sia stato privato della politica<br />

quanto il popolo algerino il quale non ha mai avuto la possibilità <strong>di</strong><br />

partecipare, anche solo in minima parte, al suo destino politico» 7 . È a partire<br />

dal riconoscimento <strong>di</strong> ciò che si ravvisa la necessità <strong>di</strong> un’indagine che si<br />

faccia carico <strong>di</strong> una profonda interrogazione sulle modalità attraverso le<br />

quali la storia della colonizzazione francese in Algeria è stata narrata.<br />

La posizione marginale cui il lavorio critico sull’opera tocquevilliana ha<br />

consegnato gli scritti algerini rivela una delle modalità con le quali, dal<br />

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