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A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

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Filippo Colombara<br />

Nulla <strong>di</strong> più strano se oggi si può rammentare <strong>di</strong> aver assistito al suo<br />

arringare folle dai balconi del proprio paese o persino sulle sponde del<br />

torrente vicino casa.<br />

«Mi ricordo che il duce con i capi del fascismo <strong>di</strong> Crusinallo e della zona<br />

hanno parlato una volta dal balcone della casa <strong>di</strong> mia zia, che dominava la<br />

piazza <strong>di</strong> Crusinallo» (Maria Pirovano). L’affermazione è una stranezza e<br />

non corrisponde alla realtà, anche se trova conferma da un’altra intervistata:<br />

«Una volta è venuto sul balcone a Crusinallo della casa Pirovano. Faceva la<br />

sua propaganda per il suo partito... Era appena prima della guerra. [...] In<br />

piazza c’era tanta gente che applau<strong>di</strong>va e <strong>di</strong>ceva: “Viva il duce”» (Cesarina<br />

Fioramonti). Esemplare la testimonianza <strong>di</strong> una terza informatrice: «Ho<br />

visto il duce con la Petacci. Erano giù allo Strona <strong>di</strong> Crusinallo. Io ero<br />

ancora piccola, ma andavo già a lavorare, avrò avuto un quin<strong>di</strong>ci anni.<br />

Loro forse erano venuti per la guerra d’Etiopia» (Maria Cerri).<br />

Ma a Crusinallo Mussolini non è mai stato e neppure a Loreglia, in<br />

valle Strona, ciononostante: «L’ho visto a Loreglia. Era andato dove c’è la<br />

scuola, sul balcone e aveva fatto un <strong>di</strong>scorso. Era prima della guerra e<br />

c’era tanta gente a vederlo. Io non sono andata perché lo vedevo da casa<br />

mia... Era un uomo normale, ma aveva un aspetto...» (Angela Zampone).<br />

Sulla venuta nel paesino dell’alto Cusio insiste un’altra intervistata: «Mi<br />

sembra che è passato una volta a Loreglia per fare una visita, ma non sono<br />

sicura. Era con il suo seguito. Non si è fermato, ha continuato. È venuto<br />

a Loreglia perché lì c’era un po’ una base dei fascisti. Mi ricordo che<br />

anche alcuni miei parenti istruiti che erano andati via, in città a lavorare,<br />

ritornavano in paese, si trovavano e così si <strong>di</strong>ffondevano le idee» (Maria<br />

Zamponi).<br />

Un contributo all’ubiquità <strong>di</strong> Mussolini, inoltre, lo forniscono le<br />

imitazioni e le emulazioni <strong>di</strong> gregari e ammiratori. Tra i gerarchi in campo<br />

nazionale, come tra i capi milizia <strong>di</strong> paese, è un susseguirsi <strong>di</strong> riproposizioni<br />

del duce, o meglio, della rappresentazione grottesca del suo corpo 28 . Vi si<br />

atteggiano nell’inflessione della voce, nel modo <strong>di</strong> scan<strong>di</strong>re le frasi durante<br />

i <strong>di</strong>scorsi 29 , in posa davanti alla macchina fotografica, nelle movenze in<br />

pubblico durante le cerimonie - con tanto <strong>di</strong> busto retto e braccia ad anforetta<br />

sui fianchi 30 -, oppure nella sequenziale battaglia del grano 31 . Sono stilemi<br />

che amplificano la parola e soprattutto la presenza del capo in ogni<br />

circostanza. Mo<strong>di</strong> ossessivi <strong>di</strong> permeare la vita <strong>di</strong> ciascuno della sua presenza,<br />

che nella memoria si attualizzano nella ripetizione quoti<strong>di</strong>ana del rituale:<br />

«Tutti andavano in piazza ad applau<strong>di</strong>re il duce e <strong>di</strong>cevano: “Viva il duce”,<br />

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