21.05.2013 Views

A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Del</strong> <strong>Boca</strong><br />

Giorgio Rochat conclude la sua accurata ricerca stilando un bilancio<br />

delle vittime del conflitto. Un bilancio che costituisce la più dura e definitiva<br />

condanna del regime fascista. Le per<strong>di</strong>te italiane dal 10 giugno 1940 all’8<br />

settembre 1943 sono così ripartite: morti sul territorio nazionale, 60 mila<br />

(tra cui 25 mila civili); nella guerra contro la Grecia: 20 mila; nel corso<br />

delle occupazioni balcaniche: 10 mila; in Africa Orientale e Settentrionale:<br />

20 mila; nella campagna <strong>di</strong> Russia: 80 mila; morti in mare: 30 mila; per<br />

cause <strong>di</strong>verse: 5 mila. A questi 225 mila morti vanno aggiunti i caduti nel<br />

periodo che va dall’armistizio dell’8 settembre 1943 alla fine della guerra,<br />

che sono altri 230 mila, per un totale <strong>di</strong> 455 mila deceduti. Si aggiungano<br />

i feriti e i prigionieri (più <strong>di</strong> un milione e duecentomila), molti dei quali<br />

trascorsero in cattività sino a sei anni, in con<strong>di</strong>zioni precarie quando non<br />

erano intollerabili.<br />

«La fine della guerra fascista - scrive Giorgio Rochat - fu duramente<br />

pagata dal paese e dalle forze armate, ma anche accompagnata da momenti<br />

e movimenti <strong>di</strong> riscatto e rinnovamento che chiamiamo resistenza, quanto<br />

mai <strong>di</strong>versi, ma uniti contro il nazifascismo. Una resistenza che ha quattro<br />

«fronti». Il primo in or<strong>di</strong>ne cronologico fu la cosiddetta resistenza militare,<br />

i combattimenti contro i tedeschi delle forze armate nel settembre del 1943,<br />

che una minoranza proseguì fino al 1944 con i partigiani jugoslavi e albanesi.<br />

Poi ci furono la guerra partigiana, la resistenza nelle città e nelle fabbriche,<br />

la deportazione politica. Terzo, la partecipazione delle forze armate nazionali<br />

alla guerra <strong>di</strong> liberazione a fianco degli anglo-americani. Infine la resistenza<br />

senz’armi dei 650mila soldati e ufficiali nei campi tedeschi <strong>di</strong> prigionia».<br />

Lo storico valdese non <strong>di</strong>mentica neppure i 7.300 ebrei italiani, «mandati a<br />

morire soltanto perché la bestialità nazifascista li considerava <strong>di</strong> razza<br />

inferiore».<br />

290

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!