A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini
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Chiara Calabri<br />
attraverso reportage, interviste a missionari e analisi delle cause della guerra<br />
e del genoci<strong>di</strong>o rwandese.<br />
Ci sembra che tutto ciò riveli una <strong>di</strong>versità nel modo <strong>di</strong> guardare, da<br />
parte delle varie testate, alla crisi rwandese: se «Avvenire» e, anche se in<br />
maniera meno esaustiva, «Il manifesto» riportano notizie a tutto campo sul<br />
Rwanda, l’attenzione del «Corriere della Sera» e de «Il Messaggero» è filtrata<br />
attraverso il binomio «Italia-Rwanda», elemento che rivela il provincialismo<br />
<strong>di</strong> fondo della stampa italiana, specchio <strong>di</strong> una politica internazionale del<br />
governo italiano pressoché inesistente e, in particolare, <strong>di</strong> un interesse per<br />
certe zone del mondo, come l’Africa centrale, che non va al <strong>di</strong> là<br />
dell’opportunismo e dell’occasionalità 66 .<br />
Un altro momento in cui si concentrano gli articoli si situa intorno al<br />
20 giugno, quando si prospetta l’intervento francese nel quadro<br />
dell’Opération Tourquoise. Per tutte le testate analizzate, in quei giorni la<br />
questione dell’intervento francese è prioritaria. Le nuove <strong>di</strong>chiarazioni del<br />
presidente del Consiglio su una possibile scesa in campo dell’Italia a fianco<br />
della Francia, attirano e coagulano nuovamente l’attenzione. I titoli parlano<br />
dell’invio dei parà italiani a fianco dei soldati francesi, fin dalla prima pagina.<br />
Ma su «Avvenire» e su «Il manifesto», accanto a queste notizie, pur presentate<br />
come principali, si continuano a trovare articoli <strong>di</strong> contestualizzazione e <strong>di</strong><br />
analisi del ruolo francese e delle motivazioni che hanno mosso la Francia a<br />
<strong>di</strong>chiararsi pronta ad intervenire in Rwanda e a farsi affidare la missione<br />
dall’Onu; ne «Il Messaggero« e nel «Corriere della Sera» l’attenzione si<br />
concentra, invece, sul possibile coinvolgimento italiano: via, via che tale<br />
prospettiva si allontana l’interesse per il Rwanda e per l’Operation Tourquoise<br />
scema e gli articoli sul Rwanda si fanno meno numerosi e meno ampi.<br />
Dopo un’altra impennata nel livello d’attenzione corrispondente alle<br />
notizie sull’avanzata dei ribelli tutsi verso Kigali e su tutto il paese, l’ultima<br />
concentrazione si ha alla fine <strong>di</strong> luglio, dal 20 al 30. In queste date la<br />
concentrazione degli articoli ha una nuova impennata: sono i giorni in cui<br />
arrivano le immagini e le notizie delle masse dei profughi che si sono riversate<br />
ai confini del paese dopo l’avanzata del Fpr. L’alto rischio <strong>di</strong> esplosione <strong>di</strong><br />
epidemie, i primi morti <strong>di</strong> colera e le pessime con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita nei campi<br />
profughi attirano l’attenzione dei quoti<strong>di</strong>ani. La situazione nei campi<br />
profughi è descritta con toni drammatici: i campi sono definiti da «Il<br />
manifesto», «i quattro campi dell’apocalisse» 67 , il cui aspetto è assimilabile<br />
a quello <strong>di</strong> una «bolgia dantesca» in cui le persone sembrano «zombie senza<br />
volontà» 68 , «corpi sfiniti dalla fatica che neppure la terra vuole accogliere,<br />
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