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A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

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Aram Mattioli<br />

avuto sotto <strong>di</strong> sé tutta la costa dalmata. Solo il possesso dell’intera<br />

Dalmazia avrebbe quin<strong>di</strong> consentito all’Italia <strong>di</strong> raggiungere i propri<br />

confini naturali.<br />

L’o<strong>di</strong>o per gli slavi crebbe quando l’Italia combatté contro l’Austria-<br />

Ungheria, nel cui esercito dovevano servire molti soldati <strong>di</strong> origine slava.<br />

Gli irredentisti percepirono sempre la prima guerra mon<strong>di</strong>ale anche come<br />

un «conflitto razziale» contro i germani e gli slavi che irrompevano dal<br />

Nord. Nel 1919, dopo il crollo della monarchia austro-ungarica l’Italia<br />

ottenne non solo territori posti sul confine nordorientale, con popolazioni<br />

tedesche e slave, ma anche un confine affacciato sulla Jugoslavia, il regno<br />

<strong>di</strong> recente fondazione che raccoglieva serbi, croati e sloveni. Rimase invece<br />

inesau<strong>di</strong>to il sogno <strong>di</strong> avere l’intera costa dalmata, con l’eccezione della<br />

città portuale <strong>di</strong> Zadar e delle isole <strong>di</strong> Lagosta (Lastovo), Cherso (Cres)<br />

e Lussin (Losinj). La tesi propagan<strong>di</strong>stica <strong>di</strong> una «vittoria mutilata» spinse<br />

molti nazionalisti delusi tra le braccia del fascismo. Gli intellettuali<br />

irredentisti Attilio Tamaro, Francesco Salata e Fulvio Suvich, tutti originari<br />

della Venezia Giulia, introdussero l’o<strong>di</strong>o per gli slavi nel movimento<br />

fascista 19 .<br />

I fascisti, che già avevano elevato la slavofobia a programma politico,<br />

una volta preso il potere ne fecero anche una parte della propria politica<br />

<strong>di</strong> governo. Nel 1919 i duri dei fasci <strong>di</strong> combattimento appoggiarono il<br />

colpo <strong>di</strong> mano <strong>di</strong> Gabriele D’Annunzio contro la città portuale <strong>di</strong> Fiume,<br />

vedendovi il primo passo per un’annessione della Dalmazia all’Italia 20 . In<br />

un <strong>di</strong>scorso tenuto a Pola (l’o<strong>di</strong>erna croata Pula), Mussolini <strong>di</strong>chiarò<br />

<strong>di</strong>nanzi ai suoi entusiasti sostenitori: «Davanti a una razza barbara e<br />

inferiore come quella slava non si può agitare la politica dello zuccherino,<br />

ma quella della frusta» 21 . Particolarmente o<strong>di</strong>osa agli occhi delle camicie<br />

nere era la figura dello «slavo-comunista», che riuniva contemporaneamente<br />

due caratteristiche negative; quella <strong>di</strong> appartenere a una razza<br />

inferiore e <strong>di</strong> avere convinzioni politiche detestabili 22 . Tra le prime vittime<br />

dei fasci combattenti vi furono, oltre a comunisti e socialisti, anche sloveni<br />

e croati. Bande <strong>di</strong> picchiatori fascisti, con il pretesto <strong>di</strong> combattere il<br />

bolscevismo, si aggiravano per la Venezia Giulia - quin<strong>di</strong> nelle nuove<br />

province <strong>di</strong> Trieste, Gorizia, Pola e dell’Istria -, aggredendo esponenti e<br />

assalendo istituzioni slave 23 nel tentativo <strong>di</strong> intimi<strong>di</strong>re le popolazioni<br />

con assassini, saccheggi e incen<strong>di</strong> e costringere all’esilio gli o<strong>di</strong>ati uomini<br />

<strong>di</strong> sinistra. Questo fascismo ai confini del paese si <strong>di</strong>stinse già prima della<br />

marcia su Roma per la sua particolare aggressività.<br />

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