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A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

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Il gioco degli specchi deformanti: stereotipi e autostereotipi tra Italia e Germania<br />

orgogliosi della propria nazionalità 22 . Altre ricerche sembrano in<strong>di</strong>care<br />

che per gli italiani sia vero esattamente il contrario.<br />

Il dato <strong>di</strong> fondo da approfon<strong>di</strong>re è proprio questa singolare compresenza<br />

<strong>di</strong> due elementi apparentemente inconciliabili: la persistenza <strong>di</strong> molteplici<br />

modalità <strong>di</strong> percezione non positive da un lato, una vasta esperienza storica<br />

comune (che si traduce anche in profonda attrazione reciproca) dall’altro.<br />

Gli esempi puntuali utilizzati nel prosieguo cercheranno appunto <strong>di</strong><br />

sottolineare la persistenza <strong>di</strong> certi meccanismi da una fase storica all’altra.<br />

Le parole pesano. Espressioni apparentemente ano<strong>di</strong>ne sono in realtà<br />

ancora profondamente cariche <strong>di</strong> emotività. Gli italiani parlano <strong>di</strong> «invasioni<br />

barbariche»: un termine carico <strong>di</strong> tensione, che sottintende una civiltà<br />

superiore che cade preda <strong>di</strong> popoli più forti fisicamente ma culturalmente<br />

più rozzi. I tedeschi parlano invece <strong>di</strong> «migrazioni <strong>di</strong> popoli»<br />

(Voelkerwanderunge): un concetto neutro, che si concentra in modo asettico<br />

su <strong>di</strong> un dato <strong>di</strong> fatto, minimizza le violenze ed i traumi che tali migrazioni<br />

hanno implicato e non mette necessariamente ed imme<strong>di</strong>atamente in dubbio<br />

(come fa invece l’altro termine) la legittimità storica, morale e giuri<strong>di</strong>ca<br />

dell’accaduto.<br />

Qualunque ne sia la denominazione, l’inse<strong>di</strong>amento dei germani sul<br />

suolo romano fu un evento traumatico che si tradusse in relazioni <strong>di</strong>fficili<br />

tra le due popolazioni. Diverse sono le testimonianze scritte che testimoniano<br />

le continue frizioni tra popolazioni latine e i germani sopravvenuti. È noto<br />

il ritornello in latino e tedesco, che vuol essere offensivo verso i «romani»,<br />

conservato in un glossario romanzo-bavarese del IX secolo («glosse <strong>di</strong><br />

Kassel»):<br />

Stulti sunt romani<br />

Sapunti sunt paioari [bavaresi]<br />

Mo<strong>di</strong>ca est sapientia in roman[is]<br />

Plus habent stultitia quam sapientia 23 .<br />

Più che i versi, che sono una comunissima espressione della <strong>di</strong>fficoltà<br />

della convivenza tra genti <strong>di</strong>verse, è interessante il termine con cui in è<br />

tradotto il termine «romano» nel tedesco del IX secolo: «Walha», destinato<br />

ad avere una enorme fortuna e ad assumere connotazioni spregiative. Ad<br />

esempio, nel coro finale dei Mastri Cantori <strong>di</strong> Norimberga <strong>di</strong> Wagner, i<br />

protagonisti gioiscono per la vittoria sulla perfi<strong>di</strong>a latina (welsche Treue);<br />

al contempo però invocano prosperità per il Sacro Romano Impero,<br />

termine col quale viene ovviamente intesa la nazione tedesca ma che ci<br />

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