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A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

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Chiara Calabri<br />

si schiantò al suolo presso l’aeroporto <strong>di</strong> Kigali. I due presidenti avevano<br />

partecipato a un vertice sulla stabilità dell’area dei Gran<strong>di</strong> Laghi, tenutosi a<br />

Dar es Salam 1 .<br />

Il 7 aprile, i primi quoti<strong>di</strong>ani a dare la notizia che l’aereo si era schiantato<br />

al suolo sono il «Corriere della Sera» e «Il Messaggero». Questi due quoti<strong>di</strong>ani<br />

danno, brevemente, la notizia dell’abbattimento dell’aereo: «Il Messaggero»<br />

riferisce che l’aereo presidenziale si è schiantato al suolo e che non si conosce<br />

ancora con esattezza la ragione della caduta, mentre il «Corriere della Sera»<br />

sposa in pieno l’ipotesi dell’attentato, fin dal titolo. Nei due articoli si ricorda<br />

che i due presidenti africani stavano tornando da un vertice regionale che si<br />

era svolto a Dar-es-Salam, in Tanzania, per cercare una soluzione all’instabile<br />

situazione burundese 2 . Il «Corriere della Sera» definisce il vertice <strong>di</strong> Dar-es-<br />

Salam come «una riunione sulle crisi politico-etniche tra l’etnia tutsi - i<br />

lunghi “watussi”- e l’etnia hutu - i corti “bantù”- che stanno mettendo a<br />

ferro e fuoco il Burun<strong>di</strong> e il Rwanda» 3 ; «Il Messaggero» ne parla come <strong>di</strong><br />

una <strong>di</strong>scussione intorno a una «soluzione per la guerra civile che oppone i<br />

gruppi etnici del Burun<strong>di</strong>, dove l’esercito <strong>di</strong> cinquemila uomini è comandato<br />

da ufficiali della tribù tutsi» 4 .<br />

È evidente che la lettura che emerge fin dalle prime righe de<strong>di</strong>cate al<br />

Rwanda e alla crisi dei Gran<strong>di</strong> Laghi, è <strong>di</strong> tipo etnico: l’instabilità dell’area è<br />

definita <strong>di</strong> natura politica ed etnica. La coppia semantica «politico-etniche»,<br />

riferita alle crisi in Burun<strong>di</strong>, appare in<strong>di</strong>ssolubile. Lo scontro <strong>di</strong> identità etniche,<br />

come è affermato nell’articolo del «Corriere», o, con più precisione, come<br />

riporta «Il Messaggero», «tribali», è la spiegazione più imme<strong>di</strong>ata e naturale,<br />

che può essere data <strong>di</strong> una situazione d’instabilità in Africa. Ritorna, fra le<br />

righe <strong>di</strong> questi due giornali, la rappresentazione tipica dell’Africa: un’Africa<br />

che non si conosce, lontana, ma le cui «crisi» si ha la pretesa <strong>di</strong> comprendere<br />

e poter catalogare come politiche ed etniche. È come se, per l’Africa, la<br />

politica da sola non bastasse a spiegare i meccanismi delle instabilità: alle<br />

motivazioni politiche si accompagna qualcosa <strong>di</strong> più atavico e irrazionale che<br />

è lo scontro <strong>di</strong> gruppi biologicamente <strong>di</strong>versi e che si autorappresentano in<br />

identità contrapposte. La categoria dell’«etnicità» costituisce il facile strumento<br />

per spiegare realtà che non si conoscono e <strong>di</strong> fronte alle quali, soprattutto,<br />

non ci si vuole porre in maniera problematica e con un atteggiamento<br />

comprensivo, ma si accetta e ci si accontenta <strong>di</strong> utilizzare concetti interpretativi<br />

che rimandano il lettore a una realtà <strong>di</strong>versa, altra, arcaica, selvaggia.<br />

Il linguaggio utilizzato dal «Corriere della Sera» rivela il razzismo che<br />

riemerge non appena si parla <strong>di</strong> Africa: «i lunghi watussi», <strong>di</strong> cui parla<br />

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