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A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

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Angelo <strong>Del</strong> <strong>Boca</strong><br />

Banca Popolare <strong>di</strong> Novara per il territorio e l’Assessorato alla Cultura<br />

della Regione Piemonte. Il 21 ottobre 2004 ricevevamo la risposta della<br />

Compagnia <strong>di</strong> San Paolo, a firma del Segretario generale Piero Gastaldo.<br />

Essa <strong>di</strong>ceva: «Pur comprendendo le esigenze manifestate, desideriamo<br />

segnalare in merito che tale forma <strong>di</strong> sostegno non rientra tra le modalità<br />

operative e le priorità <strong>di</strong> intervento della Compagnia». Il 20 giugno<br />

2005 giungeva anche la risposta della Fondazione Banca Popolare <strong>di</strong><br />

Novara, a firma del suo presidente, l’ex ministro Siro Lombar<strong>di</strong>ni.<br />

Diceva: «Pur apprezzando l’attività della tua rivista, è spiaciuto al<br />

Consiglio non poter accogliere la tua richiesta in quanto le motivazioni<br />

rientrano in quelle che il Consiglio ha stabilito <strong>di</strong> non poter considerare».<br />

L’inizio, dunque, non era certo brillante, anche se, nel frattempo,<br />

avevamo ottenuto qualche aiuto, modesto, ma comunque molto gra<strong>di</strong>to,<br />

dalla Provincia del Verbano, Cusio, Ossola, dalla Banca Popolare <strong>di</strong> Intra,<br />

dal Comune <strong>di</strong> Crodo e dalla Comunità Montana Antigorio, Divedro,<br />

Formazza.<br />

Il 20 settembre 2005, infine giungeva la risposta, questa volta positiva,<br />

dell’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, lo storico Gianni<br />

Oliva. Con questo più sostanzioso contributo potevamo lavorare con<br />

maggiore serenità, tuttavia non avevamo ancora raggiunto la piena<br />

copertura delle spese, che è <strong>di</strong> 13-15 mila euro all’anno, per due numeri.<br />

Anche la nostra rivista si trova perciò costretta, per quadrare i bilanci,<br />

ad aprire una campagna per gli abbonamenti. Ci rivolgiamo,<br />

innanzitutto, ai nostri abituali lettori, che per <strong>di</strong>ciotto anni hanno<br />

ricevuto gratuitamente «Stu<strong>di</strong> Piacentini» e i primi due numeri de «I<br />

sentieri della ricerca», e alle istituzioni (biblioteche, università, istituti<br />

<strong>di</strong> ricerca, ecc.) che hanno fruito dello stesso vantaggio. Abbiamo<br />

bisogno, per garantire la continuità della nostra pubblicazione, <strong>di</strong><br />

acquisire almeno 300 abbonamenti. Dall’esito <strong>di</strong> questo appello potremo<br />

trarre anche alcune utili conclusioni. È gra<strong>di</strong>ta questa rivista? Ha trovato<br />

una sua precisa collocazione nel panorama delle pubblicazioni che si<br />

occupano, in modo particolare, dell’Africa e del colonialismo italiano?<br />

In altre parole, ha maturato il <strong>di</strong>ritto alla vita o può tranquillamente<br />

scomparire?<br />

Nel lanciare questo appello ai lettori e alle sopracitate istituzioni, ci<br />

tornano alle mente le parole che l’amico Giorgio Agosti affidava nel<br />

1964 al suo bellissimo <strong>di</strong>ario: «Rifletto malinconicamente sulla parte<br />

che mi è sempre riservata <strong>di</strong> far anticamera presso i potenti della terra,<br />

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