A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini
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Terrorismo, guerriglia, resistenza: considerazioni per un <strong>di</strong>battito attuale<br />
territorio e, per estensione, ad ogni forma <strong>di</strong> presenza straniera nei confini<br />
iracheni. La tecnica <strong>di</strong>lagante dei sequestri <strong>di</strong> persone - civili più che<br />
militari, senza <strong>di</strong>stinzione tra uomini e donne, tra citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> paesi alleati<br />
degli USA nell’impresa bellica o formalmente estranei all’occupazione,<br />
come nel caso dell’Italia, quando non appartenenti a nazioni svincolate<br />
da responsabilità per l’invasione e l’occupazione, come la Francia - ha<br />
recato ulteriori elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorientamento e <strong>di</strong> incertezza nella<br />
in<strong>di</strong>viduazione delle forze in gioco e nell’attribuzione <strong>di</strong> qualifiche<br />
«partigiane», <strong>di</strong> «combattenti per la libertà» (<strong>di</strong>remmo noi) a questa o<br />
quella violenza insorgente che crivella la realtà irachena. Gli interrogativi,<br />
pertanto, premono da ogni parte: nel <strong>di</strong>sgraziato lembo me<strong>di</strong>o orientale:<br />
è davvero in atto una «resistenza» armata in<strong>di</strong>gena ed in qualche misura<br />
popolare all’occupante ed al governo inse<strong>di</strong>atosi sulle rovine del regime<br />
saddamita? E, se mai si desse per scontato che questo accade, a quali<br />
versanti politici o religiosi appartengono promotori e attori della rivolta?<br />
Ancora: il terrorismo «kamikaze» che uccide spesso esplodendo<br />
in<strong>di</strong>scriminatamente nel mucchio, e quin<strong>di</strong> cagionando in primo luogo<br />
vittime fra gli inermi civili iracheni, è pensabile raccolga militanti e trovi<br />
comunque complicità fra quelle popolazioni, oppure si tratta <strong>di</strong> un<br />
fenomeno essenzialmente d’importazione, ossia <strong>di</strong> infiltrazioni dall’esterno<br />
del paese artatamente organizzate da centrali terroristiche, delle quali una<br />
almeno, Al Kaida, è ormai tristemente ben nota?<br />
Un paesaggio <strong>di</strong> nebbie<br />
L’elemento <strong>di</strong> fondo che manca per una analisi compiuta e sicura del<br />
panorama <strong>di</strong> guerra irakeno (perché <strong>di</strong> capitolo <strong>di</strong> guerra ancora aperto si<br />
tratta, quali che siano le contorsioni propagan<strong>di</strong>stiche in senso contrario),<br />
è costituto dalla carenza <strong>di</strong> informazioni e <strong>di</strong> dati certi per penetrare<br />
l’intrico degli eventi bellici. Gli stessi giornalisti più animosi e scrupolosi<br />
che hanno soggiornato nel paese si sono potuti muovere nell’ambiente in<br />
forma parecchio limitata, sia per l’incombere dovunque <strong>di</strong> rischi gravi (a<br />
Bagdad, ha riferito durante una trasmissione televisiva la volontaria italiana<br />
fortunatamente strappata, con la sua compagna, ai sequestratori, è «perfino<br />
pericoloso attraversare la strada»: il che <strong>di</strong>mostra lo scarso controllo del<br />
territorio da parte degli americani nella stessa capitale), sia per i molti<br />
ostacoli frapposti agli spostamenti a chi ricerca informazioni dai coman<strong>di</strong><br />
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