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A-Colophon+ indice - Centro di Documentazione Del Boca – Fekini

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Domenico Letterio<br />

IV. All’indomani del Trattato della Tafna furono pubblicate le due Lettres<br />

sur l’Algérie. In esse Tocqueville si mostrava preoccupato per il<br />

riconoscimento accordato ad Abd-el Kader, <strong>di</strong>venuto interlocutore unico<br />

dei francesi, e prefigurava le linee lungo le quali avrebbe sviluppato, nei<br />

<strong>di</strong>eci anni successivi, la propria riflessione sull’esperienza coloniale francese.<br />

Egli considerava la resistenza algerina un residuo che non avrebbe tardato a<br />

essere domato, e si poneva così in primo luogo il problema del governo.<br />

Osservò infatti:<br />

Dopo il combattimento, non tar<strong>di</strong>amo a scoprire che non è sufficiente, per governare<br />

una nazione, averla vinta 16 .<br />

Il più grosso errore compiuto dai francesi fu, a questo proposito, l’aver<br />

fatto tabula rasa del precedente or<strong>di</strong>namento turco che, per quanto precario,<br />

avrebbe potuto costituire uno strumento utile al dominio sugli «in<strong>di</strong>geni».<br />

I quadri della precedente amministrazione, così come le istituzioni culturali<br />

e religiose tra<strong>di</strong>zionali, erano agli occhi <strong>di</strong> Tocqueville essenziali al fine <strong>di</strong><br />

mantenere una qualche presa sulle popolazioni sottomesse. È a partire da<br />

questi elementi che Tocqueville tracciò quelle che avrebbero dovuto essere,<br />

a suo parere, le <strong>di</strong>rettrici della politica coloniale. Egli riteneva anzitutto<br />

necessario ottenere il controllo dell’intero paese, mirando tuttavia a una<br />

colonizzazione ristretta da parte <strong>di</strong> emigranti francesi. Considerava<br />

importante, nel rapporto con i cabili, sviluppare relazioni commerciali e<br />

limitare la tentazione <strong>di</strong> sottometterli militarmente, dal momento che,<br />

proprio in Cabila, i generali francesi stavano incontrando le maggiori<br />

<strong>di</strong>fficoltà. Infine egli si mostrava favorevole all’adozione <strong>di</strong> una strategia <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vide et impera, che consentisse <strong>di</strong> dominare le popolazioni algerine<br />

lasciandole al tempo stesso vivere sotto le loro leggi.<br />

In chiusura del secondo articolo, Tocqueville si mostrava convinto del<br />

fatto che in Algeria fosse possibile, nel lungo periodo, una fusione della<br />

popolazione autoctona con quella <strong>di</strong> coloni sempre più numerosi sulle sue<br />

coste. A suo giu<strong>di</strong>zio, non vi erano<br />

ragioni <strong>di</strong> credere che il tempo non possa riuscire ad amalgamare le due razze. Dio<br />

non lo impe<strong>di</strong>sce certo, e solo gli errori degli uomini potrebbero mettervi un ostacolo 17 .<br />

Sono parole, queste, perfettamente in linea con l’immagine prevalente<br />

<strong>di</strong> Tocqueville. In esse sembra prefigurato l’uomo che si in<strong>di</strong>gnerà, nel<br />

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