modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...
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trattamento delle infermità mentali, <strong>di</strong>venendo appannaggio <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>ci e ospedali anziché <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi umanisti e delle loro società. Il<br />
lavoro e le pubblicazioni dei primi ipnotisti furono rapidamente esiliati<br />
nelle vaste regioni dell’oblio storico, mentre l’ipnosi venne<br />
definitivamente associata con la “malattia”, la “patologia”, la<br />
“anormalità”.<br />
In questo lungo percorso, intanto, le caratteristiche dell’inconscio<br />
e delle persone che si sottoponevano all’ipnosi si mo<strong>di</strong>ficarono e<br />
ciò che avevano riscontrato gli ipnotisti <strong>di</strong> formazione umanistica non<br />
era più ciò che ora riscontravano i me<strong>di</strong>ci.<br />
Le letture dei comportamenti dei pazienti cambiarono via via che<br />
furono elaborate le successive teorie sull’ipnosi. Jaynes, nel suo libro Il<br />
crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza, riferisce<br />
alcuni episo<strong>di</strong> accaduti durante il periodo in cui era in auge la teoria<br />
delle “localizzazioni cerebrali”. Alcuni pazienti cadevano in ginocchio<br />
come se stessero pregando quando gli ipnotisti toccavano loro il cuoio<br />
capelluto nel punto in cui si supponeva fosse localizzata la zona cerebrale<br />
della “venerazione”.<br />
Questi e altri comportamenti non condussero gli ipnotisti a<br />
supporre una notevole capacità plastica dell’inconscio. Anzi essi<br />
pensarono che i pazienti conoscessero in qualche modo le teorie<br />
sull’ipnosi e usassero queste conoscenze per “simulare” i risultati; una<br />
specie <strong>di</strong> “simulazione isterica” per ingraziarsi gli ipnotisti.<br />
Un’eccezione a questa ipotesi generalmente <strong>di</strong>ffusa fu quella <strong>di</strong><br />
un me<strong>di</strong>co belga, Le Croq. Egli sostenne che il paziente in stato ipnotico<br />
poteva percepire segni impercettibili allo stato abituale della<br />
coscienza; segni che l’ipnotista emetteva senza rendersi conto e che il<br />
paziente leggeva e interpretava, reagendo in accordo con le aspettative<br />
che questi rivelavano 2 .<br />
2 Con l'ipotesi <strong>di</strong> Le Croq si sarebbe potuto ipotizzare che i pazienti percepissero i segnali impercettibili<br />
degli ipnotisti e non, invece, che utilizzassero subdolamente le loro conoscenze sull'ipnosi, acquisite “in<br />
qualche modo”.<br />
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