modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...
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La “con<strong>di</strong>zione necessaria” sa che quando apparirà il caos soffrirà<br />
e avrà paura per il protagonista; che potrà dubitare della terapia e <strong>di</strong> ciò<br />
che può essere accaduto al <strong>di</strong> fuori della sua consapevolezza; che,<br />
quando capirà che si tratta <strong>di</strong> un caos creativo, potrà accompagnare il<br />
protagonista senza poterlo consolare, poiché la fase <strong>di</strong> caos non ha<br />
consolazione.<br />
La “con<strong>di</strong>zione necessaria” sa che dopo la conclusione della<br />
terapia probabilmente non avrà mai più alcuna notizia del protagonista.<br />
Ma anche il protagonista sa qualcosa: sa che non può sopportare <strong>di</strong><br />
continuare a vivere così e, una volta iniziata la terapia, sa che comincia a<br />
cambiare, ma non come né perché. Gradualmente comincia ad avvertire<br />
che il lavoro terapeutico lo fa da solo ma non è solo; sente la presenza<br />
costante della “con<strong>di</strong>zione necessaria” e sa che quando lo desidera può<br />
sentire la sua voce; gradualmente gli appare un “dono del cielo” poter<br />
stare in un luogo che lo accoglie, dove lo si “lascia amorevolmente<br />
tranquillo” e nessuno lo interrompe né gli <strong>di</strong>ce come è o come dovrebbe<br />
essere, quello che dovrebbe fare o quello che egli inconsciamente<br />
desidera o pensa; un luogo dove è ascoltato, dove è la “cosa più<br />
importante”.<br />
Il protagonista si rende conto che durante le sue sedute può<br />
parlare, stare in silenzio, stare seduto, <strong>di</strong>steso sul <strong>di</strong>vano; può<br />
dormire e può raccontare i suoi sogni, o parlare esclusivamente del<br />
suo lavoro; può mancare avvisando o senza avvisare. Va<br />
comprendendo insomma, che può ... e che la “con<strong>di</strong>zione necessaria”<br />
lo riceverà sempre con la stessa gentilezza e con una certa modestia<br />
nei comportamenti, una specie <strong>di</strong> modestia che la rende una persona<br />
naturale e sicura <strong>di</strong> sé allo stesso tempo.<br />
Egli sa che la terapia è qualcosa <strong>di</strong> importante ma sa anche che<br />
“casualmente”, insieme ad essa, gli si sono presentate alcune opportunità<br />
e situazioni positive nella sua vita (può non sapere mai che è <strong>di</strong>venuto in<br />
grado <strong>di</strong> vedere e <strong>di</strong> cogliere le possibilità evolutive della vita, le<br />
opportunità favorevoli).<br />
Alcuni suoi progetti non sono ancora realizzati ma adesso può<br />
cercare <strong>di</strong> sostenere, senza andare in pezzi, il dolore <strong>di</strong> sapere che forse<br />
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